Un aumento della mortalità del 49% in tutta l’area intorno alla Tirreno Power di Vado Ligure. È questo il dato registrato dalla ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) relativa agli anni dal 2001 al 2013 e pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment. La centrale del Savonese fu avviata nel 1970 e alimentata a carbone fino al 2014, quando la procura di Savona fece fermare gli impianti per disastro ambientale doloso. Il processo che vede imputati per disastro ambientale e sanitario colposo 26 tra manager ed ex manager della centrale è ancora in corso: la prossima udienza è fissata per il 17 settembre. Nel capo di imputazione, i pm Daniela Pischetola e Vincenzo Carusi parlano di eccesso di morbilità e mortalità, citando 298 ricoveri di bambini per patologie respiratorie tra gennaio 2005 e dicembre 2010, 2.161 ricoveri di adulti per malattie cardiovascolari e respiratorie tra gennaio 2005 e dicembre 2010 e 657 morti per malattie cardiovascolari e respiratorie da gennaio 2000 a dicembre 2007.
Bianchi (Cnr): “Ora accelerare l’uscita dal carbone”
“I risultati confermano che fino al 2014 la centrale a carbone ha fatto male“, spiega a ilfattoquotidiano.it Fabrizio Bianchi del Cnr-Ifc. “Non è una novità – aggiunge – la novità sta nell’aver calcolato l’entità del rischio, di averlo quantificato per la prima volta. Anche a livello mondiale, non sono molti gli studi che hanno dimensionato i rischi del carbone”. Bianchi auspica che le evidenze dimostrate agli epidemiologi ambientali del Cnr di Pisa diano “un contributo per accelerare l’uscita dal carbone. In altre centrali italiane il carbone viene sempre utilizzato come combustibile. Noi riteniamo che si possa sostituire con energie rinnovabili, molto meno impattanti sulla salute”. Perché, spiega Bianchi, “i dati dello studio sono riferiti a Vado Ligure, ma se lì si ottengono dati di questa entità, significa che stare vicino a centrali a carbone non è una situazione che non ha rischi per la salute”.
“Poi il rischio si tramuta in danno – sottolinea Bianchi – e noi purtroppo abbiamo misurato il danno: cioè morti e malattie già conclamate. Bisogna aprire una stagione in cui si valuta prima e non dopo. Così si decide come produrre, tenendo conto della salute che già fortunatamente è entrata nella valutazione di impatto ambientale”. L’esperto del Cnr confida quindi che questo studio scientifico “sia utile a perseguire questa strada. Dopodiché il lavoro nostro finisce e inizia quello di chi deve decidere”. “In Italia l’uscita dal carbone è prevista per il 2025, sulla base di questo studio speriamo che si possa fare anche meglio”, continua Bianchi, sottolineando come “sarebbe un risultato considerevole anche nell’ottica di diminuire l’effetto serra“.
Eccessi di mortalità non solo per i tumori
I risultati raccolti dagli epidemiologi ambientali del Cnr di Pisa erano stati anticipati già dal Fatto Quotidiano nell’aprile 2018, dopo che il senatore savonese del M5s, Matteo Mantero, aveva reso pubblico il rapporto. Quel rapporto è diventato nel frattempo uno studio scientifico, analizzato e approvato da tre revisori indipendenti e quindi pubblicato su una rivista del calibro di Science of the Total Environment. “Nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause”, spiega Bianchi. La ricerca ha riscontrato eccessi di mortalità “per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%)”.
I dati, specifica Bianchi a ilfattoquotidiano.it, sono stati “depurati dagli effetti delle altri emissioni, così come dai fattori come età e condizione socio-economica”, per arrivare a considerare solo gli effetti delle emissioni delle centrale sulla base di “un modello multi-sorgente” elaborato dall’Arpal Liguria. E’ stata valuta quindi la relazione tra l’esposizione agli inquinanti atmosferici emessi dalla centrale e il rischio di mortalità e ricovero in ospedale in 144.019 persone, identificate con indirizzo di residenza e analisi dei ricoveri in ospedale. I dati, prosegue Bianchi, indicano che “ci sono stati forti eccessi di rischio di mortalità prematura e ricovero ospedaliero per i residenti intorno alla centrale a carbone di Vado Ligure, con numerosi eccessi di mortalità e ricovero in ospedale, in particolare per le malattie cardiovascolari e respiratorie”.
Greenpeace e Wwf: “Chiudere tutte le centrali a carbone”
I risultati dello studio del Cnr sulla centrale a carbone di Vado Ligure, afferma Greenpeace, parte civile nel processo in corso, “confermano quanto noto da tempo e, in questo caso, chiariscono nel dettaglio gli impatti della produzione a carbone“. L’avvocato dell’organizzazione, Alessandro Gariglio, sottolinea che il Cnr è “una parte terza non vicina a nessuno che dà evidenza scientifica delle conseguenze dell’utilizzo e dello stoccaggio del carbone in quel contesto ambientale”. Le risultanze scientifiche, spiega Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, “sicuramente rafforzano le prove, sotto il profilo sanitario ed epidemiologico, delle conseguenze per la salute connesse alla presenza della centrale di Vado Ligure e del suo carbonile”. Le conclusioni dei ricercatori sono chiare, spiega Greenpeace: “L’unica forma accettabile di prevenzione è la chiusura di tutte le centrali a carbone”. “Che il carbone fosse un killer per persone, ambiente e clima era risaputo, ma i dati vanno oltre persino la percezione della popolazione – dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia – Alla luce di questi dati, ogni ritardo nella chiusura delle centrali a carbone assume il profilo dell’attentato alla vita di migliaia di persone”.
Il Wwf, insieme ad altre associazioni ambientali, è parte civile nel processo in corso sulla centrale di Vado Ligure. A marzo il giudice Francesco Giannone ha ammesso al processo tutte le parti civili, una cinquantina. Tra queste figurano il ministero della Salute e quello dell’Ambiente. L’indagine iniziale per omicidio colposo, che coinvolgeva 42 persone tra sindaci ed ex, ex dirigenti provinciali, regionali e vertici aziendali, è stata invece archiviata a ottobre scorso dal giudice Francesco Meloni, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, nell’impossibilità di dimostrare un rapporto diretto tra le emissioni della centrale, sequestrata nel 2014 e oggi attiva solo a metano, e l’aumento della mortalità per tumori.
Ambiente & Veleni
Tirreno Power, studio Cnr: “Dal 2001 al 2013 aumento della mortalità del 49% nell’area della centrale a carbone di Vado Ligure”
La ricerca del Cnr-Ifc di Pisa è stata pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment. Il processo che vede imputati per disastro ambientale e sanitario colposo 26 tra manager ed ex manager della centrale è ancora in corso. Bianchi a ilfattoquotidiano.it: "Per la prima abbiamo calcolato l'entità del rischio. Ora accelerare l'uscita dal carbone, prima del 2025"
Un aumento della mortalità del 49% in tutta l’area intorno alla Tirreno Power di Vado Ligure. È questo il dato registrato dalla ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) relativa agli anni dal 2001 al 2013 e pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment. La centrale del Savonese fu avviata nel 1970 e alimentata a carbone fino al 2014, quando la procura di Savona fece fermare gli impianti per disastro ambientale doloso. Il processo che vede imputati per disastro ambientale e sanitario colposo 26 tra manager ed ex manager della centrale è ancora in corso: la prossima udienza è fissata per il 17 settembre. Nel capo di imputazione, i pm Daniela Pischetola e Vincenzo Carusi parlano di eccesso di morbilità e mortalità, citando 298 ricoveri di bambini per patologie respiratorie tra gennaio 2005 e dicembre 2010, 2.161 ricoveri di adulti per malattie cardiovascolari e respiratorie tra gennaio 2005 e dicembre 2010 e 657 morti per malattie cardiovascolari e respiratorie da gennaio 2000 a dicembre 2007.
Bianchi (Cnr): “Ora accelerare l’uscita dal carbone”
“I risultati confermano che fino al 2014 la centrale a carbone ha fatto male“, spiega a ilfattoquotidiano.it Fabrizio Bianchi del Cnr-Ifc. “Non è una novità – aggiunge – la novità sta nell’aver calcolato l’entità del rischio, di averlo quantificato per la prima volta. Anche a livello mondiale, non sono molti gli studi che hanno dimensionato i rischi del carbone”. Bianchi auspica che le evidenze dimostrate agli epidemiologi ambientali del Cnr di Pisa diano “un contributo per accelerare l’uscita dal carbone. In altre centrali italiane il carbone viene sempre utilizzato come combustibile. Noi riteniamo che si possa sostituire con energie rinnovabili, molto meno impattanti sulla salute”. Perché, spiega Bianchi, “i dati dello studio sono riferiti a Vado Ligure, ma se lì si ottengono dati di questa entità, significa che stare vicino a centrali a carbone non è una situazione che non ha rischi per la salute”.
“Poi il rischio si tramuta in danno – sottolinea Bianchi – e noi purtroppo abbiamo misurato il danno: cioè morti e malattie già conclamate. Bisogna aprire una stagione in cui si valuta prima e non dopo. Così si decide come produrre, tenendo conto della salute che già fortunatamente è entrata nella valutazione di impatto ambientale”. L’esperto del Cnr confida quindi che questo studio scientifico “sia utile a perseguire questa strada. Dopodiché il lavoro nostro finisce e inizia quello di chi deve decidere”. “In Italia l’uscita dal carbone è prevista per il 2025, sulla base di questo studio speriamo che si possa fare anche meglio”, continua Bianchi, sottolineando come “sarebbe un risultato considerevole anche nell’ottica di diminuire l’effetto serra“.
Eccessi di mortalità non solo per i tumori
I risultati raccolti dagli epidemiologi ambientali del Cnr di Pisa erano stati anticipati già dal Fatto Quotidiano nell’aprile 2018, dopo che il senatore savonese del M5s, Matteo Mantero, aveva reso pubblico il rapporto. Quel rapporto è diventato nel frattempo uno studio scientifico, analizzato e approvato da tre revisori indipendenti e quindi pubblicato su una rivista del calibro di Science of the Total Environment. “Nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause”, spiega Bianchi. La ricerca ha riscontrato eccessi di mortalità “per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%)”.
I dati, specifica Bianchi a ilfattoquotidiano.it, sono stati “depurati dagli effetti delle altri emissioni, così come dai fattori come età e condizione socio-economica”, per arrivare a considerare solo gli effetti delle emissioni delle centrale sulla base di “un modello multi-sorgente” elaborato dall’Arpal Liguria. E’ stata valuta quindi la relazione tra l’esposizione agli inquinanti atmosferici emessi dalla centrale e il rischio di mortalità e ricovero in ospedale in 144.019 persone, identificate con indirizzo di residenza e analisi dei ricoveri in ospedale. I dati, prosegue Bianchi, indicano che “ci sono stati forti eccessi di rischio di mortalità prematura e ricovero ospedaliero per i residenti intorno alla centrale a carbone di Vado Ligure, con numerosi eccessi di mortalità e ricovero in ospedale, in particolare per le malattie cardiovascolari e respiratorie”.
Greenpeace e Wwf: “Chiudere tutte le centrali a carbone”
I risultati dello studio del Cnr sulla centrale a carbone di Vado Ligure, afferma Greenpeace, parte civile nel processo in corso, “confermano quanto noto da tempo e, in questo caso, chiariscono nel dettaglio gli impatti della produzione a carbone“. L’avvocato dell’organizzazione, Alessandro Gariglio, sottolinea che il Cnr è “una parte terza non vicina a nessuno che dà evidenza scientifica delle conseguenze dell’utilizzo e dello stoccaggio del carbone in quel contesto ambientale”. Le risultanze scientifiche, spiega Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, “sicuramente rafforzano le prove, sotto il profilo sanitario ed epidemiologico, delle conseguenze per la salute connesse alla presenza della centrale di Vado Ligure e del suo carbonile”. Le conclusioni dei ricercatori sono chiare, spiega Greenpeace: “L’unica forma accettabile di prevenzione è la chiusura di tutte le centrali a carbone”. “Che il carbone fosse un killer per persone, ambiente e clima era risaputo, ma i dati vanno oltre persino la percezione della popolazione – dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia – Alla luce di questi dati, ogni ritardo nella chiusura delle centrali a carbone assume il profilo dell’attentato alla vita di migliaia di persone”.
Il Wwf, insieme ad altre associazioni ambientali, è parte civile nel processo in corso sulla centrale di Vado Ligure. A marzo il giudice Francesco Giannone ha ammesso al processo tutte le parti civili, una cinquantina. Tra queste figurano il ministero della Salute e quello dell’Ambiente. L’indagine iniziale per omicidio colposo, che coinvolgeva 42 persone tra sindaci ed ex, ex dirigenti provinciali, regionali e vertici aziendali, è stata invece archiviata a ottobre scorso dal giudice Francesco Meloni, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, nell’impossibilità di dimostrare un rapporto diretto tra le emissioni della centrale, sequestrata nel 2014 e oggi attiva solo a metano, e l’aumento della mortalità per tumori.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.