Morta carbonizzata, probabilmente uccisa dal suo stesso ex fidanzato. Succede a Castello d’Argile, in provincia di Bologna, dove il pomeriggio del 3 settembre è stato trovato un cadavere carbonizzato all’interno di un casolare abbandonato. La vittima è una 32enne di origini marocchine, di Ferrara, Atika Gharib. Sospettato di omicidio è un connazionale, M’hamed Chamekh, ex compagno della donna, fermato dalla polfer a Ventimiglia. L’uomo, un 41enne con precedenti penali, voleva lasciare l’Italia per andare in Francia, o forse addirittura tornare in Marocco.
La scomparsa di Atika era stata denunciata due giorni prima dalla sorella di lei. Secondo le prime informazioni, infatti, la ragazza è morta nell’incendio che ha colpito il fienile nella notte tra il 1 e il 2 settembre. Le indagini coordinate dal pm Tommaso Pierini e dal procuratore aggiunto Francesco Caleca, hanno valutato tutte le possibili piste: dall’incidente al suicidio fino all’omicidio. I carabinieri, che sospettavano che la giovane potesse essere stata uccisa dall’ex compagno, con cui spesso era stata al casolare, si erano però messi subito sulle sue tracce. Il 41enne sarebbe stato incastrato da una telefonata fatta alla sorella in Marocco durante la quale ha in parte confessato il delitto. Proprio il telefono avrebbe permesso l’individuazione di Chamekh che, prima di essere fermato a Ventimiglia era già stato localizzato in Liguria. La stessa sorella del 41enne poi, dopo la chiamata, ha avvertito un familiare della vittima in Italia.
La vittima qualche mese fa aveva già denunciato l’ex compagno per maltrattamenti in famiglia: aveva molestato la figlia adolescente di lei, avuta da una precedente relazione. Dopo che si erano lasciati era stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex convivente e dalla ragazzina, ma lui aveva continuato a importunarla.
Durante le operazioni di spegnimento del rogo – che inizialmente si pensava causato da un banale cortocircuito – il corpo non è stato subito notato, perché sepolto dalle macerie. Un ulteriore sopralluogo il giorno seguente ha permesso il ritrovamento del cadavere. Inizialmente, secondo gli inquirenti, si trattava di una donna senza fissa dimora, che occupava abusivamente lo stabile e che accidentalmente aveva provocato l’incendio. Solo la segnalazione della sorella di Atika, che saputo del rogo ha chiamato il sindaco denunciando la scomparsa della sorella, ha permesso l’identificazione del cadavere. Nelle prossime ore, per avere una conferma, sarà eseguita anche l’autopsia.