Il più giovane governo della storia repubblicana. È il record già registrato dal secondo esecutivo presieduto di Giuseppe Conte. Con i suoi 47,4 anni di media, batte sia il governo Renzi (47,8) che il Conte 1, fermo a 50. A fare la differenza è di nuovo Luigi Di Maio, che ad appena 33 anni abbassa in maniera evidente la media e sarà il più giovane ministro degli Esteri della Storia. Poco più anziani Fabiana Dadone, 35enne ministra della Pubblica amministrazione, e Giuseppe Provenzano, che ne ha 37 e la delega al sud. Per il resto il Conte 2 è un esecutivo di quarantenni (sono 10 su 21), composto da 14 uomini e 7 donne: cioè un terzo del totale e due in più rispetto a quelle che giurarono al Quirinale nel 2018.
Rispetto al giugno dell’anno scorso cambiano gli alleati ma anche la natura dello stesso esecutivo: tutti i dicasteri sono occupati da politici a parte il Viminale, affidato a Luciana Lamorgese, unica tecnica. Nel governo gialloverde, invece, gli autonomi erano tre e tutti con dicasteri importanti: Paolo Savona agli Affari Ue, Enzo Moavero Milanesi agli Esteri, e Giovanni Tria al Tesoro. Cambiano anche i rapporti di forza tra i due partiti: nel Conte 1 c’erano 6 ministri della Lega e 8 del M5s. Adesso i grillini hanno 10 ministeri, i dem 9 che diventano 10 se si conta anche Roberto Speranza di LeU.
Si abbassa il titolo di ministro più anziano: nel 2018 era Savona, che a 81 anni e 7 mesi divenne il ministro più anziano della Repubblica. Adesso è Lamorgese, 66 anni tra una settimana. Cambia anche la provenienza dei ministri, con il Sud che prevale leggermente: sono 11 i ministri nati in regioni del Sud Italia. Quella più rappresentata è la Campania (Di Maio, Vincenzo Spadafora, Enzo Amendola, Sergio Costa) con 4 ministri, seguita dalla Sicilia (3, cioè Alfondo Bonafede, Giuseppe Provenzano, Nunzia Catalfo), la Basilicata (2, Lamorgese e Roberto Speranza), Puglia (2, Francesco Boccia e Teresa Bellanova). Quelli nati nel Nord Italia sono invece 8 con Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna che hanno un paio di ministri a testa. Due i romani, cioè il nuovo titolare del Tesoro, Roberto Gualtieri, e Lorenzo Fioramonti, promosso da viceministro a ministro dell’Istruzione. Un anno e mezzo fa su 18 ministri, 6 erano lombardi. Il sottosegretario alla presidenza, che è Riccardo Fraccaro, proviene dal Trentino (ma è nato in Veneto), il premier Conte come è noto è pugliese.
Rispetto al precedente esecutivo, rimangono al governo in sei di cui tre ministri: Alfonso Bonafede resta alla Giustizia, Sergio Costa all’Ambiente, Luigi Di Maio trasloca dal Lavoro e Sviluppo Economico agli Esteri. Poi ci sono due promozioni: Vincenzo Spadafora passa da sottosegretario con delega alle Pari opportunità a ministro dello Sport e Politiche Giovanili, Fioramonti da viceministro dell’Istruzione a ministro. Fraccaro, invece, lascia il ministero dei Rapporti con il Parlamento per la poltrona di sottosegretario alla presidenza. Nel Pd tornano ministri Dario Franceschini (sempre ai Beni Culturali, come con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni), e vengono promossi Enzo Amendola agli Esteri (è stato sottosegretario sempre negli esecutivi dem) e Teresa Bellanova all’Agricoltura (era viceministro allo Sviluppo Economico). Molto bassa l’età media: con 47 anni di media si tratta probabilmente di uno degli esecutivi più giovani della storia. Le professioni più diffuse, invece, sono l’avvocato e il professore universitario. Solo 4 i ministri senza laurea: Di Maio, Spadafora, Enzo Amendola e Nunzia Catalfo.
Politica
Governo Conte 2, è un esecutivo di 40enni: il più giovane della storia repubblicana. Per Di Maio record alla Farnesina
Con i suoi 47,4 anni di media, batte sia il governo Renzi (47,8) che il Conte 1, fermo a 50. Rispetto al giugno dell'anno scorso cambiano gli alleati ma anche la natura dello stesso esecutivo: tutti i dicasteri sono occupati da politici a parte il Viminale, affidato a Luciana Lamorgese, unica tecnica
Il più giovane governo della storia repubblicana. È il record già registrato dal secondo esecutivo presieduto di Giuseppe Conte. Con i suoi 47,4 anni di media, batte sia il governo Renzi (47,8) che il Conte 1, fermo a 50. A fare la differenza è di nuovo Luigi Di Maio, che ad appena 33 anni abbassa in maniera evidente la media e sarà il più giovane ministro degli Esteri della Storia. Poco più anziani Fabiana Dadone, 35enne ministra della Pubblica amministrazione, e Giuseppe Provenzano, che ne ha 37 e la delega al sud. Per il resto il Conte 2 è un esecutivo di quarantenni (sono 10 su 21), composto da 14 uomini e 7 donne: cioè un terzo del totale e due in più rispetto a quelle che giurarono al Quirinale nel 2018.
Rispetto al giugno dell’anno scorso cambiano gli alleati ma anche la natura dello stesso esecutivo: tutti i dicasteri sono occupati da politici a parte il Viminale, affidato a Luciana Lamorgese, unica tecnica. Nel governo gialloverde, invece, gli autonomi erano tre e tutti con dicasteri importanti: Paolo Savona agli Affari Ue, Enzo Moavero Milanesi agli Esteri, e Giovanni Tria al Tesoro. Cambiano anche i rapporti di forza tra i due partiti: nel Conte 1 c’erano 6 ministri della Lega e 8 del M5s. Adesso i grillini hanno 10 ministeri, i dem 9 che diventano 10 se si conta anche Roberto Speranza di LeU.
Si abbassa il titolo di ministro più anziano: nel 2018 era Savona, che a 81 anni e 7 mesi divenne il ministro più anziano della Repubblica. Adesso è Lamorgese, 66 anni tra una settimana. Cambia anche la provenienza dei ministri, con il Sud che prevale leggermente: sono 11 i ministri nati in regioni del Sud Italia. Quella più rappresentata è la Campania (Di Maio, Vincenzo Spadafora, Enzo Amendola, Sergio Costa) con 4 ministri, seguita dalla Sicilia (3, cioè Alfondo Bonafede, Giuseppe Provenzano, Nunzia Catalfo), la Basilicata (2, Lamorgese e Roberto Speranza), Puglia (2, Francesco Boccia e Teresa Bellanova). Quelli nati nel Nord Italia sono invece 8 con Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna che hanno un paio di ministri a testa. Due i romani, cioè il nuovo titolare del Tesoro, Roberto Gualtieri, e Lorenzo Fioramonti, promosso da viceministro a ministro dell’Istruzione. Un anno e mezzo fa su 18 ministri, 6 erano lombardi. Il sottosegretario alla presidenza, che è Riccardo Fraccaro, proviene dal Trentino (ma è nato in Veneto), il premier Conte come è noto è pugliese.
Rispetto al precedente esecutivo, rimangono al governo in sei di cui tre ministri: Alfonso Bonafede resta alla Giustizia, Sergio Costa all’Ambiente, Luigi Di Maio trasloca dal Lavoro e Sviluppo Economico agli Esteri. Poi ci sono due promozioni: Vincenzo Spadafora passa da sottosegretario con delega alle Pari opportunità a ministro dello Sport e Politiche Giovanili, Fioramonti da viceministro dell’Istruzione a ministro. Fraccaro, invece, lascia il ministero dei Rapporti con il Parlamento per la poltrona di sottosegretario alla presidenza. Nel Pd tornano ministri Dario Franceschini (sempre ai Beni Culturali, come con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni), e vengono promossi Enzo Amendola agli Esteri (è stato sottosegretario sempre negli esecutivi dem) e Teresa Bellanova all’Agricoltura (era viceministro allo Sviluppo Economico). Molto bassa l’età media: con 47 anni di media si tratta probabilmente di uno degli esecutivi più giovani della storia. Le professioni più diffuse, invece, sono l’avvocato e il professore universitario. Solo 4 i ministri senza laurea: Di Maio, Spadafora, Enzo Amendola e Nunzia Catalfo.
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Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Stefania Nobile (figlia di Wanna Marchi), l’ex compagno e imprenditore milanese Davide Lacerenza e un collaboratore Davide Ariganello, arrestati lo scorso 4 marzo per i reati di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e detenzione e spaccio di sostanze si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti alla giudice per l’indagine preliminare Alessandra Di Fazio.
L’accusa è che l’imprenditore, gestore della Gintoneria e del privée La Malmaison, con il concorso della ex compagna e del collaboratore, oltre alla somministrazione di alimenti e bevande di pregio, "offrisse alla propria clientela droga e la possibilità - a dire degli inquirenti - di usufruire di prestazioni sessuali rese da escort, acquisendo da tali attività profitti illeciti, riciclati nel locale" di via Napo Torriani a Milano. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono partite dall’approfondimento di segnalazioni per operazioni sospette per l’approfondimento di ipotesi di riciclaggio.
Verona, 11 mar. - (Adnkronos) - “Il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, in questi anni ha fatto bene e ha fatto crescere il polo fieristico. Da parte nostra, anche se come Regione abbiamo solo il 5% delle quote della Fiera, lo sosteniamo e siamo per una sua riconferma alla presidenza”.
Lo ha detto oggi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, partecipando all’inaugurazione della quarta edizione di Letexpo (Logistics Eco Transport Trade Show) alla Fiera di Verona.
“Non solo sarò presente all’inaugurazione di Vinitaly ma anche al congresso della Lega a Firenze che raggiungerò già nel tardo pomeriggio”, lo ha confermato oggi il presidente della Regione Veneto. Il congresso federale della Lega è in programma il 5 e 6 aprile alla Fortezza da Basso a Firenze e ieri il segretario regionale veneto della Lega-Liga Veneta Alberto Stefani, che è anche vicesegretario federale di Salvini, ha presentato per il Veneto una mozione intitolata ‘Futuro è identità’ che è il primo documento ufficiale del prossimo congresso.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - "Io e mio marito abbiamo saputo la notizia oggi guardando il Tg1. Non abbiamo e non vogliamo dire niente". Così Rita Preda, insieme al marito Giuseppe, commentano le novità a 18 anni dal delitto della figlia Chiara, uccisa a Garlasco, per cui è stato condannato in via definitiva l'allora fidanzato Alberto Stasi. Oggi l'attenzione della Procura di Pavia torna a concentrarsi su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, nuovamente indagato dopo l'archiviazione decisa otto anni fa.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - "A nome del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera esprimo solidarietà a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, per le ignobili e vergognose offese che le sono state rivolte da Soloviev. Insulti gratuiti e intrisi di propaganda ideologica, diffusi attraverso la tv di Stato, che condanniamo fermamente”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Fratelli d'Italia resta stabile rispetto all'ultima rilevazione dello scorso 25 febbraio e si attesta al 30,5%, seguito dal Pd al 23 %, che cala dello 0,5%. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio dell'Istituto Noto sondaggi per 'Porta a Porta' sulle intenzioni di voto degli italiani. Il Movimento 5 Stelle, invece, perde l'1% e va all'11,5%. Forza Italia all'8,5% guadagna mezzo punto (+0,5%) come la Lega che va al 9% (+0,5%).
Alleanza Verdi e Sinistra sale al 6 (+0,5%), come Azione al 3% (+0,5%). Italia viva resta al 2,5% mentre Più Europa al 2% guadagna lo 0,5%. Stabili Noi moderati al 2%.
In generale il centrodestra sale di un punto (+1%) e va al 50% mentre il centrosinistra ne guadagna mezzo e va al 31 % (+0,5%). Il 'campo largo' resterebbe al 48%. Gli astenuti-indecisi, infine, si attesterebbero al 45% (erano al 46,2% nella scorsa rilevazione).
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Sono state recentemente pubblicate, e sono in corso di traduzione in lingua cinese, su specifica richiesta della Società cinese di chirurgia cardiotoracica, le linee guida e raccomandazioni sulla gestione farmacologica perioperatoria di pazienti adulti candidati all’intervento di cardiochirurgia. A redarle una task force, istituita dall’Associazione europea di chirurgia cardio-toracica (European Association of Cardio-Thoracic Surgeons) e coordinata da Bianca Rocca, farmacologo clinico e professore ordinario all’Università Lum ‘Giuseppe Degennaro’ e Anders Jeppsson, cardiochirurgo direttore del dipartimento di chirurgia cardiotoracica e professore all'Università di Gothenburg.
La task force - spiega in una nota l’ateneo italiano - è composta da un gruppo di esperti multidisciplinari costituito da cardiochirurghi, anestesisti, cardiologi, infettivologi, intensivisti provenienti dalle più prestigiose università europee. La cardiochirurgia dell’adulto è essenziale per ridurre la mortalità e la morbilità nei pazienti con malattie cardiache acute o croniche, il trattamento farmacologico e le profilassi perioperatorie sono interventi chiave per garantire un successo duraturo della cardiochirurgia, per migliorare la qualità della vita del paziente e ridurre i costi sanitari. Le linee guida sono documenti basati sulla valutazione critica e aggiornata di tutte le evidenze terapeutiche disponibili in un ambito specifico, e sono strumenti cruciali a supporto del processo decisionale dei medici per identificare le strategie terapeutiche più efficaci, coinvolgendo, spesso, organizzazioni di infermieri e associazioni di pazienti.
"Le linee guida forniscono raccomandazioni su tutti i trattamenti farmacologici prima, durante e dopo l’intervento – afferma la professoressa Rocca – Alcuni esempi sono la gestione di farmaci che regolano la pressione arteriosa, il glucosio nel sangue, che prevengono le complicanze trombotiche (antitrombotici), di antibiotici per prevenire le infezioni nel periodo immediatamente prima e in corso di chirurgia. Dopo l’intervento, la ripresa o l’inizio di nuovi farmaci è essenziale per prevenire infarti o ictus, controllare il ritmo del cuore, ridurre i fattori di rischio cardiovascolare e la mortalità, tutti interventi farmacologici che migliorano la prognosi a lungo termine. Inoltre, queste linee guida enfatizzano la centralità dei pazienti per i quali la cardiochirurgia è sempre un’esperienza cruciale, associata spesso a una maggiore consapevolezza della malattia, che rappresenta anche un’opportunità per migliorare la qualità della vita mediante aderenza ai farmaci prescritti, e modifiche dello stile di vita". Il lavoro della task force ha offerto a tutta la comunità medico-scientifica nazionale ed internazionale informazioni accessibili, essenziali a medici, chirurghi, e più in generale a tutte le figure professionali coinvolte nella cura di questi pazienti, mediante una valutazione critica delle evidenze, in un contesto multidisciplinare, altamente competente, produttivo e interattivo, identificando anche delle lacune di conoscenza che aprono la strada alla ricerca futura.
Roma, 11 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "Sono gli ultimi giorni per presentare le proprie candidature, alle prossime elezioni Rsu, un appuntamento fondamentale per tutto il personale della scuola. Perché, oltre a votare l'Rsu che andrà a cambiare, andrà a 'scrivere', con il dirigente scolastico i prossimi contratti di istituto per il prossimo triennio, il voto che viene dato al candidato viene dato alla lista sindacale in cui si presenta, anche se non è necessario esservi iscritti. E così alla fine di queste elezioni si andrà a misurare il grado di rappresentatività di ogni sindacato, che è quel dato utile che serve poi per la firma dei contratti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. (Video)
"Basti pensare -continua Pacifico- che in questo momento nel pubblico impiego si è firmato solo il contratto per i dipendenti dei ministeri, cioè delle funzioni centrali, mentre gli altri contratti sulla sanità e sulle funzioni locali, quindi Regioni e Comuni, non sono stati firmati perché non si è raggiunto il 51% dei sindacati che sono d'accordo a questa firma", sottolinea.
E il dirigente sindacale spiega che lancia l'appello "perché noi vogliamo portare avanti le istanze del mondo della scuola, vogliamo portare avanti alcune battaglie fondamentali". "Quali? Certamente un'indennità di sede disagiata, che in questo momento potrebbe essere approvata dal Parlamento per chi lavora nelle comunità montane, ma in generale per tutti coloro che lavorano in sede e disagiate o comunque lontani dal proprio domicilio. Quindi un'indennità di trasferta", sottolinea.
E il sindacalista aggiunge: "Ancora ripristinare il primo gradino stipendiale che esisteva fino a qualche anno fa nella fascia 3-8, i primi assunti che oggi devono aspettare 9 anni per poter entrare di ruolo. I buoni pasto, è una cosa per noi fondamentale, che è l'unico personale che viene escluso, è questo".
"Poi certamente vogliamo il riconoscimento del 'burnout', abbiamo raccolto 120.000 firme per andare in pensione anche come il personale delle forze armate e dell'esercito e per avere il riscatto gratuito o agevolato degli anni di laurea. Sono degli appelli che lanciamo alla politica, vogliamo che questo 'burnout' sia riconosciuto, vogliamo avere la stessa dignità dell'altro personale", prosegue.
"Ci siamo accorti che, purtroppo, negli ultimi anni -spiega ancora Pacifico- il personale della scuola guadagna di meno del personale dei ministeri. Quando prima guadagnava di più, ora guadagna 6.000 euro in meno. Non ne capiamo il motivo, vogliamo fare le nostre battaglie, certamente per migliorare tutto il personale scolastico e quindi valorizzare tutti, dagli insegnanti di sostegno al personale Ata, che molto spesso è dimenticato", conclude.