Gli azzurri trascinati dai 26 punti di Gallinari e dalla triple di Belinelli arrivano a un solo possesso di svantaggio quando mancano 15 minuti alla sirena. Poi finiscono le batterie e i serbi volano via. La squadra di Djordjevic è a tratti ingiocabile e troppo forte fisicamente per un'Italia senza lunghi, ma da questa partita arrivano ottimi segnali in vista del prossimo match, quello decisivo
Una bella Italia, intensa, sfrontata: per tre quarti addirittura in grado di mettere seriamente in difficoltà la Serbia. Poi gli azzurri finiscono le batterie e la partita termina 77 a 92, ma la squadra di coach Sacchetti dimostra che è pronta per sfidare la Spagna nella gara che sarà decisiva per l’accesso ai quarti di finale dei mondiali di basket di Cina 2019. L’Italia soffre tutta la fisicità dei serbi, fin da subito, ma dimostra la capacità di saper giocare a un certo livello di pallacanestro, quello della squadra favorita per la vittoria finale. Un segnale importante, dopo le due facili vittorie contro Filippine prima e Angola poi che avevano già messo in cassaforte il passaggio al secondo turno e la qualificazione al preolimpico.
Contro la Serbia di Bjelica e Marjanovic, l’Italia soffre tremendamente l’assenza di un centro di livello (con Melli sarebbe stata un’altra storia). Danilo Gallinari, autore di una partita strepitosa da 26 punti (con 8 rimbalzi), è costretto a giocare per lunghi tratti da pivot puro, anche se il suo ruolo diventa una chiave interessante negli accoppiamenti in fase offensiva. Gli azzurri sanno che dovranno subire la fisicità dei serbi (35 rimbalzi a 27) ma sono predisposti mentalmente ad accettarlo e a trovare soluzioni per ovviare al problema. Soluzioni che hanno i nomi di Gallinari e Marco Belinelli, soprattutto quando c’è disperato bisogno di trovare il fondo della retina: sono proprio due triple del Gallo su assist di Beli a portare l’Italia al minimo svantaggio (-2) a metà del terzo quarto.
L’Italia però, e per fortuna, non è solo i due giocatori Nba. Hackett e Gentile, ogni tanto imprecisi, mettono comunque insieme 24 punti in due. Abass e Brooks stanno più di 15 minuti a testa in campo, mettendo sul parquet intensità e coraggio. Quello che manca a Vitali e Della Valle, gli unici due a steccare, mentre Sacchetti decide di non concedere nemmeno una chance a Filloy. Merita un discorso a parte Luigi Datome, purtroppo ancora lontano dal miglior stato fisico: il suo uno su 6 dal campo racconta di una partita di abnegazione ma poco incisiva. In generale all’Italia arrivano 14 punti dalla panchina contro i 27 su cui può contare coach Djordjevic. Sacchetti è costretto a tenere a lungo in campo le sue punte e questo è il fattore principale del crollo finale. Sono i limiti di cui l’Italia è ben conscia ma che ha dimostrato di voler superare: la Serbia è a tratti ingiocabile, con la Spagna sarà un’altra musica.
La cronaca della gara – La Serbia parte subito forte con un Bogdanovic da 9 punti in 7 minuti, ma capisce che non sarà una passeggiata perché l’Italia con coraggio, con un’incredibile tripla di Bellinelli e con i punti di Gallinari e Gentile rimane in scia, chiudendo il primo quarto sotto 28 a 23. Nella seconda frazione la squadra di Djordjevic diventa dominante a rimbalzo e mostra tutto il potenziale del suo gioco collettivo, mentre gli azzurri vanno a strappi in fase offensiva, tenuti a galla dalle penetrazioni di Gallinari e dalle bombe di Belinelli. Finisce 50 a 42 per i serbi. È l’inizio di terzo quarto quello in cui l’Italia mostra il suo volto migliore, con una serie di possessi lunghi ed extra pass alternati a transizioni veloci che mandano in tilt la Serbia. Gli azzurri si avvicinano fino al -2. Poi cominciano le difficoltà fisiche. L’ultimo periodo inizia già sul -13 e la squadra di Sacchetti non ha più energie: la Serbia vola via e la partita finisce a binario unico, nonostante diverse tensioni e falli antisportivi. L’Italia alza bandiera bianca, ma dimostra che a questo mondiale vuole giocarsi fino in fondo le sue possibilità.