Una nuova campagna contro l’eutanasia legale perché ora c’è “il rischio che il nuovo esecutivo rosso-giallo calpesti il diritto alla vita e all’autentica autodeterminazione è molto alto. Ad essere esposti saranno i più deboli come anziani, malati, giovani“. Una preoccupazione che viene tradotta dall’associazione ProVita e Famiglia con manifesti che sono stati affissi a Roma, Milano e in altre città italiane. Vengono rappresentati una ragazza anoressica, un ragazzo “bullizzato”, una nonna. Che potranno “farsi uccidere”. “Ogni persona malata dovrebbe essere libera di scegliere come e fino a che punto vivere la propria malattia“, ha scritto sul suo account Twitter Liberi fino alla fine, la campagna di Eutanasia legale dell’Associazione Luca Coscioni. Un messaggio retwittato anche dal suo tesoriere Marco Cappato, che a ilfattoquotidiano.it dice: “Viva la libertà d’espressione comunque e bene che si parli del tema, ma non mi sembra una campagna molto efficace. È fatta con lo stesso stile delle nostre, che mettevano al centro una storia per parlare di un problema. Noi però – prosegue – parlavamo di chi chiedeva un diritto, mentre qui si cerca soltanto di spaventare le persone sul fatto che altre possano chiedere di esercitare questo diritto”. In questo caso, quello di “morire in modo dignitoso”. Per tutti i suoi manifesti, ProVita usa la stessa frase: “Potrà farsi uccidere”. “Termini forti – continua Cappato – che vogliono provocare lo sdegno, ma ho l’impressione che le persone abbiano capito la questione”. Cioè che puntare sulla paura su questo tema non paghi. “Paradossalmente – dice – penso questa campagna possa anche sortire l’effetto opposto”.
Il tempismo della campagna contro l’eutanasia e il suicidio assistito è legato alla manifestazione dell’Associazione Coscioni del 19 settembre a Roma, per chiedere al Parlamento una legge sul fine vita. Che, secondo quanto indicato dalla Consulta dovrà colmare il vuoto legislativo sul tema entro il 24 settembre. Un obiettivo difficilissimo, con le Camere paralizzate dai veti incrociati ben prima della crisi di governo. “Mi risulta anche anche ProVita avesse annunciato una contromanifestazione il 19, ma non ne ho più saputo nulla. Di certo – conclude Cappato – per la prima volta nella storia della politica italiana ci sarà un evento per chiedere di legiferare su un tema del quale spesso si preferisce non parlare. Quindi ben venga anche questa campagna. Mi fanno più paura quelli che dicono di essere a favore dell’eutanasia legale e invece non lo sono”.
I manifesti – “Marta, 24 anni, anoressica, potrà farsi uccidere. E se fosse tua sorella?”. E poi: “Alessandro, 18 anni, bullizzato. Potrà farsi uccidere. E se fosse tuo figlio?”. Infine “Maria, 70 anni, ha un tumore. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua nonna?” e “Lucia, 45 anni, disabile. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua mamma? #Noeutanasia”. Sono le scritte che compaiono sopra i manifesti di ProVita contro l’eutanasia e il suicidio assistito. Una “pratica” che “come ha detto il Papa” si “‘basa su una visione utilitaristica della persona che diventa inutile o può essere equiparata a un costo. Il suicidio assistito quindi rappresenterebbe un pericolo per tutti: le nostre nonne, le nostre mamme, i nostri padri e i nostri figlì”, hanno dichiarato Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di ProVita e Famiglia e del Congresso Mondiale delle Famiglie, che hanno lanciato anche un video contro le “derive possibili in caso di fine vita autorizzato dallo Stato, perché noi vogliamo eliminare la sofferenza e non il sofferente”.
“Con questa campagna denunciamo che legalizzando eutanasia e suicidio assistito – proseguono i due organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie – qualcuno stabilirà chi avrà il diritto di vivere o piuttosto il dovere di morire: chi? E quanto sarò davvero libero di decidere e quanto condizionato dalla odierna ‘cultura dello scartò che mette al centro il profitto anziché i diritti umani? Quale reale autonomia avrò se una generazione di medici sarà formata per dare la morte anziché curare e accompagnare la vita? Il divieto di uccidere deve restare una garanzia per tutti”.
Brandi e Coghe chiedono che il nuovo governo “investa in cure palliative e in strutture di assistenza contro le molteplici forme di dolore, permettendo a ciascuno di noi di vivere fino alla fine, senza soffrire, in autentica e piena dignità”. La campagna durerà un mese. Pro Vita e Famiglia parteciperà poi, come unica associazione italiana, alla Conferenza Internazionale sull’eutanasia e il suicidio assistito che si terrà a Roma il giorno 20 settembre.