Aveva garantito alla polizia che sarebbe andata a vivere con la figlia, ma non lo aveva fatto. Ed è anche per questo che Adriana Signorelli è morta. La “disponibilità estrema” della donna, uccisa a coltellate nella notte tra sabato e domenica a Milano, “ad aiutare” il marito Aurelio Galluccio “le è stata purtroppo fatale” scrive il gip Maria Vicidomini nell’ordinanza di custodia in carcere per l’uomo che per anni era stato violento anche quattro giorni prima dell’omicidio.
Le “recenti discussioni fra i due protagonisti della presente amara vicenda”, attestate da una serie di annotazioni della polizia riportate nell’ordinanza, “avvalorano, a livello indiziario, la riconducibilità esclusiva al Galluccio degli indizi di colpevolezza dell’omicidio della Signorelli”. Quest’ultima, spiega il gip, “infatti, contrariamente a quanto preannunciato agli agenti di polizia nell’intervento del 27 agosto”, quando l’uomo aveva sfondato anche la porta del bagno della casa della moglie da cui si stava separando, “non si recò mai presso l’abitazione della figlia, continuando invece, come già aveva fatto tantissime volte in passato, ad intrattenere rapporti con il Galluccio, a recarsi a casa sua e ad accoglierlo nella propria abitazione, da ultima in data 31 agosto”, ossia il giorno dell’omicidio. La donna lo aveva sposato, come ha raccontato la figlia, quando era detenuto. Il 65enne, che fino al momento dell’arresto per l’omicidio aveva solo l’obbligo di firma come misura cautelare, ha precedenti per maltrattamenti, rapina, spaccio e tanti altri reati.
Le violenze di Galluccio nei confronti della moglie andavano avanti dal 2012 e l’ultima aggressione, che aveva fatto scattare anche la procedura del codice rosso entrata in vigore ai primi di agosto (la polizia informò il pm di turno e la donna venne subito ascoltata dagli agenti), è avvenuta quattro giorni prima dell’omicidio. Il gip, in particolare, ha convalidato l’arresto per tentato omicidio (l’uomo quella notte ha cercato di investire gli agenti e la figlia della donna), non ha convalidato, invece, il fermo per l’omicidio (“difetto del pericolo di fuga”), ma ha applicato per entrambi i reati la custodia in carcere, descrivendo Galluccio come “soggetto di elevatissima pericolosità sociale“, che potrebbe uccidere ancora.
Da parte sua l’uomo sembra delirare: “La colpa è vostra mi avete tolto la cosa più bella del mondo, mi avete fatto diventare un assassino” ha detto agli agenti, come si legge nell’ordinanza, dopo essere stato fermato per l’omicidio, “addebitando la propria situazione alle istituzioni per l’assenza di aiuto a risolvere i propri problemi, alternando momenti di rabbia e di pianto. “Mi avete sempre chiuso le porte in faccia, ve la portate voi sulla coscienza, mi avete tolto la cosa più bella che avevo, sono anni che chiedo aiuto a tutti“, ha detto l’uomo, anche nel giorno dell’omicidio sotto l’effetto di alcol e psicofarmaci. E riferendosi alla moglie appena uccisa ha detto ancora: “Solo lei riusciva ad aiutarmi”.