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GionnyScandal a FqMagazine: “La musica mi ha salvato dalla depressione. Mia madre biologica? Non l’ho mai trovata”

L'emo rapper, amato dai giovanissimi, ha un vissuto alle spalle tutt'altro che facile e ha deciso di sfogarsi con l'ultimo album “Black Mood” in cui si mette a nudo e non le manda a dire. “Andare dallo psicologo non mi è servito a nulla, solo scrivere canzoni mi ha salvato”, spiega

di Andrea Conti

Pieno di tatuaggi, l’ultimo in ordine di apparizione è sulla fronte con la frase che racchiude un po’ il suo ultimo periodo esistenziale “Always Sad” (“Sempre triste”), t-shirt nera e pantaloni color verde acido. Incontriamo GionnyScandal (vero nome Gionata Ruggeri) nella sede milanese della sua casa discografica, Virgin Records. E’ timido, ma loquace, disposto a raccontarsi a tutto tondo. E’ uno dei pochi cantanti che parla senza tabù della depressione che lo ha accompagnato in questo ultimo anno e mezzo di lavoro, prima di pubblicare l’ultimo disco “Black Mood”, in uscita il 6 settembre. A quasi 28 anni (li compie il 27 settembre) la vita di GionnyScandal è pieno di alti e bassi, a proteggerlo ci sono due angeli custodi, i suoi “bambini” come li chiama lui, Quentin e Teddy. No, non sono esseri umani. Lo scopriremo più avanti.

Quanto è servito il tuo malessere per la creazione di questo disco?
Parecchio. Scrivere canzoni e affrontare queste tematiche hanno contribuito a farmi stare meglio. Parlo esplicitamente della mia tristezza interiore ed è per questo che ho deciso di unire l’emo con l’hip hop, proprio per comunicare a più gente possibile il mio messaggio.

Oltre alla musica hai mai pensato di rivolgerti a uno specialista?
Quando ero più piccolo sono andato, non certo per mia volontà, dallo psicologo per un anno. Non mi serviva a nulla, anzi tornavo a casa e dicevo ai miei che spendevano i soldi inutili per queste sedute. Volevo interromperle perché non ne traevo alcun beneficio… Anzi. Non mi sentivo meglio, mi sentivo come se stessi raccontando i cazzi miei a una persona sconosciuta. Alla fine avevo ragione io, solo la musica mi ha aiutato davvero.

Ricevi tanti messaggi da persone che soffrono di depressione?
Sì, tutti i giorni mi arrivano un casino di messaggi di gente che mi scrive che aspettano il mio disco perché sanno che parlo di queste cose. A volte mi scrivono cose che sinceramente mi fanno preoccupare perché purtroppo non sono né un medico né uno psicologo, ma posso cercare di aiutare gli altri solo con la mia musica. Alcuni fan mi vedono come fossi uno psichiatra e mi scrivono cose forti, a volte mi incazzo e altre volte non rispondo: perché se scrivo a uno, poi dovrei rispondere a tutti gli altri.

Cosa vorresti rispondere a chi ti chiede aiuto?
La prima cosa che mi verrebbe da dire è ‘Non ditele a me queste cose, ma ai vostri genitori!’. Sono convinto che se non ci fossero i social, che consentono anche a sfogarsi con il proprio idolo, sarebbe più facile parlare con la propria mamma o il papà di questi problemi, magari seduti insieme attorno al tavolo.

Non hai mai conosciuto i tuoi genitori biologici, uno dei brani del disco “Mamma” è una accusa molto dura…
‘Mi hai partorito e mi hai lasciato giù su un marciapiede’, canto. Ho deciso di metterci un punto perché mi sono stancato di rincorrere una persona che non c’è mai stata. Alla fine se sono arrivato fino a qui non è certo grazie a lei. Ho sempre evitato di essere duro nei confronti della mia mamma biologica, proprio perché pensavo che non sarebbe stato carino per lei, un giorno se l’avessi trovata, leggere certe mie parole. Però oggi ho davvero messo una pietra su di lei, non l’ho mai trovata. Basta. E’ il mio modo per dirle ‘addio’.

Citi Salvini in “Oh Wow!”, idee chiare su di lui?
Sì, è vero lo cito, ma uno dei temi che non ho mai trattato è proprio la politica. Nel senso che penso molto banalmente che noi non possiamo fare nulla per questo Paese, il potere non sarà e non è mai stato espressione del popolo. Dunque non ha senso schierarsi, non serve a niente.

Forse non tutti lo sanno ma hai rifiutato l’Isola dei famosi, il Grande Fratello vip e ad Amici sei andato il tempo di una sfida. Come mai i reality sono interessati a te?
Non lo so e forse oggi non avrei detto di no a tutti i soldi che mi hanno offerto (ride, ndr). Scherzi a parte. L’Isola dei Famosi è davvero l’ultima spiaggia per la carriera di un cantante. Al Grande Fratello ho detto di no perché se sono Vip veramente che senso ha andarci? Infine ad Amici ho ceduto dopo molte insistenze, ho fatto una sfida e non ho vinto. Meglio così!

Perché?
Perché sarei stato solo una meteora. Oggi sono molte le meteore che vengono dai talent per diversi motivi, primo fra tutti è che ci sono troppi talent. Non si riesce a tenere per sé un pubblico che all’inizio ti sostiene perché sei in tv, ma poi ti dimentica un attimo dopo perché nell’edizione successiva c’è già un altro cantante che prenderà il tuo posto. Quelli che ce l’hanno davvero fatta dopo un talent, si contano davvero sulle dita di una mano: Emma, Alessandra Amoroso e Marco Mengoni. Ma sono davvero delle eccezioni.

Chi sono Quentin e Teddy, i tuoi “bambini” a cui dedichi il disco?
Sono i miei gatti, presenze importantissime nella mia vita. Mi capiscono subito quando sto male e non è vero che i gatti sono stronzi. Scelgono di ignorarmi quando vogliono, ma se sto male tutta la notte vengono da me, vicini al mio cuscino, mentre piango. C’è un piccolo aneddoto legato a Teddy.

Quale?
Tre anni dopo aver preso Teddy mi sono ricordato che mia madre aveva un golfino a righe con stampato sopra un gatto bianco e nero. Solo dopo mi sono reso conto che era lui! E’ molto sensibile perché quando lo prendo in giro che è grasso, si gira e brontola. Lo fa sempre. Poi rispetta gli spazi. Se lo lascio in giardino, lo ritrovo lì. Non si muove e non esce oltre il recinto. Invece Quentin è il gatto più dolce del mondo.

Ti definiresti un gatto?
Sì. Sono pigro, faccio le coccole sono quando le voglio, mi piace dormire e faccio lo stronzo, anche se non lo sono.

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