L’Italia è ancora fanalino di coda nel contrasto all’evasione Iva in Unione europea. Lo conferma uno studio pubblicato dalla Commissione Ue: 33,6 miliardi di euro di imposta sul valore aggiunto non riscossi nel 2017 sui 137 totali all’interno dell’Unione sono ascrivibili al nostro Paese.
Per calcolare la quota di evasione con precisione si fa riferimento al Vat Gap, il valore che segna la differenza tra l’Iva effettivamente riscossa e quella teoricamente riscuotibile, evidenziando quindi il gettito perso a causa delle frodi, dell’evasione e dell’elusione fiscale, insieme a quello causato da bancarotte, insolvenze ed errori di calcolo. Il Vat Gap italiano è del 24%, in calo rispetto agli anni precedenti – nel 2013 era del 30%, nel 2016 del 27% – ma comunque peggiore rispetto alla maggior parte dei Paesi Ue.
Non bisogna farsi ingannare infatti dal differenziale di alcuni Stati, come la Romania, Grecia e la Lituania, il cui Vat Gap è più alto (rispettivamente del 35,5%, del 33,6 % e 25%): la loro economia ha un valore molto inferiore rispetto a quella italiana e quindi le quote di evasione in valore assoluta sono di gran lunga inferiori rispetto al nostro (6,4, 7,4 e 1,1 e miliardi).
L’esecutivo europeo sollecita una riforma del sistema: “Il clima economico favorevole e alcune soluzioni politiche a breve termine messe in atto dall’Ue hanno contribuito a ridurre il divario dell’Iva nel 2017”, ha dichiarato in una nota il il Commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici. “Tuttavia, per conseguire progressi più significativi servirà una profonda riforma del sistema dell’Iva che lo renda più resistente alla frode. Le nostre proposte di introdurre un sistema dell’Iva definitivo e favorevole alle imprese sono ancora sul tavolo delle discussioni. Gli Stati membri non possono permettersi di stare a guardare mentre miliardi di euro vanno persi a causa di pratiche illegali come le frodi a carosello e di incongruenze nel sistema dell’Iva”.
Ci sono Paesi nell’Ue nei quali l’Iva persa è minima, piccoli come Cipro (1%) e Lussemburgo (1%), ma anche grandi come la Svezia (1%) e la Spagna (2%). Il Vat Gap è inferiore al 10% anche in Danimarca (7%), Estonia (5%), Francia (7%, 12 mld), Croazia (7%), Malta (2%), Olanda (5%), Austria (8%), Slovenia (4%), e Finlandia (7%). In Germania è del 10% (25 mld), nel Regno Unito dell’11% (19,1 mld).