Il fatto è avvenuto a Copertino, nella sede che unisce diverse realtà della sinistra locale. I militari: "Normale controllo del territorio". Sconcertati invece gli attivisti: "Non si può arrivare ad azzittire una goliardata satirica". Fratoianni annuncia interrogazione parlamentare: "Vogliamo vederci chiaro"
La zona è “desalvinizzata”, ma per i carabinieri quei cartelli ironici valgono un sopralluogo. Succede a Copertino, in provincia di Lecce, dove ieri mattina i militari della compagnia locale hanno fatto visita alla sede della Sinistra Unita, che raccoglie diverse realtà politiche, per chiedere conto delle locandine contro l’ormai ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, affisse qualche giorno prima sia sulla porta a vetri della sezione che nella strada vicino. L’immagine è un simbolo della Lega con sopra un divieto e la scritta “area desalvinizzata”.
Secondo i racconti degli attivisti presenti, le forze dell’ordine si sono presentate con “fare pacifico”, chiedendo però di poter entrare nella sede, di poter avere delle copie del manifesto nonché i nomi dei leader della sezione e le generalità dei presenti. “Per questo mi hanno chiamato – spiega al fattoquotidiano.it Marcello Dell’Anna, rappresentante di Rifondazione comunista – E mi hanno fatto delle domande. Hanno voluto sapere come era strutturata la sezione e il perché del manifesto. Così ho chiesto se si trattasse di un interrogatorio, e loro si sono subito affrettati a dire di no, ma che ‘erano arrivati gli ordini dall’alto‘”. Tutte le richieste dei carabinieri, però, sono state declinate. I cartelli sono rimasti appesi, ma l’azione è stata percepita come una “censura”. “Vogliamo capire che tipo di reato hanno visto. Una sovversione? – continua Dell’Anna – Abbiamo preso questa ‘visita’ con rabbia. Volevamo scrivere alla prefettura, ma abbiamo scoperto che era stata la stessa prefettura a mandarli. Siamo quasi rassegnati, non sappiamo che fare. Non si può arrivare ad azzittire una goliardata satirica, intimorendoci“.
Contattati dal fattoquotidiano.it i carabinieri di Copertino hanno però buttato acqua sul fuoco. “Non era un controllo particolare – specifica il tenente Salvatore Giannuzzi – Semplicemente ci è stato segnalata dai cittadini la comparsa di questo divieto e siamo andati a verificare“. Secondo l’Arma, sarebbe stata scattata solo una foto, senza chiedere le generalità né una copia del volantino. “Non era nulla di inappropriato – continua il tenente – Quindi non abbiamo preso una copia, non avendo sfondo antipolitico o anticlericale”. Alla domanda poi se fosse stata la prefettura o meno a chiedere l’intervento, Giannuzzi ha risposto di no. “Era una segnalazione telefonica – specifica – Non c’era nessun input di superiori né niente”. Insomma, conclude Giannuzzi, il sopralluogo è stato “solo un normale controllo del territorio”.
Intanto, però, il deputato Nicola Fratoianni, segretario della Sinistra italiana, ha annunciato un’interrogazione parlamentare sul caso. “La Vicenda di Copertino assume dei tratti paradossali da una parte dall’altra preoccupanti. Presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro dell’interno (la neo-nominata Luciana Lamorgese ndr.). Vogliamo vederci chiaro, chi ha dato dalla prefettura di Lecce le disposizioni ai Carabinieri dovrà spiegare parecchie cose….”. Poi ha aggiunto: “Evidentemente la solerzia che ha contraddistinto parecchi funzionari pubblici nel togliere gli striscioni dai terrazzi qualche mese fa, ha avuto un ritorno di fiamma… ma fuori tempo massimo”.