Con questo traguardo l’azzurro, inoltre, si avvicina alla top 10 mondiale (attualmente al n. 13 del mondo), mentre nella Race entra ufficialmente in top 10, superando anche il compagno di nazionale Fabio Fognini (i primi 8 della classifica annuale accedono alle Atp Finals di fine anno a Londra)
Di classe, di fisico ma sopratutto di testa. Dopo quattro ore di partita e al quinto match point. Impresa storica di Matteo Berrettini nei quarti di finale degli Us Open. L’azzurro n. 25 del mondo batte per 3-6 6-3 6-2 3-6 7-6 (5) il francese, numero 13 del seeding, Gael Monfils e diventa il secondo italiano nella storia a raggiungere la semifinale del prestigioso torneo, 42 anni dopo Corrado Barazzutti nel 1977 (quando però il torneo si giocava sui campi in terra verde di Forest Hills). La prima semifinale Slam della carriera del romano equivale anche alla prima nella storia del tennis maschile in un Major sul cemento (Cristiano Caratti si fermò ai quarti di finale agli Australian Open del 1991).
Condizionato da un inizio contratto e falloso, sopratutto con i suoi fondamentali (la battuta e il diritto), Berrettini perde malamente il servizio da 40-15 nel sesto gioco, con Monfils che invece fa pesare tutta la sua esperienza (il francese è al sesto quarto di finale in carriera) tenendo agevolmente i proprio turni di battuta senza mai concedere una palla break all’avversario e perdendo appena cinque punti al servizio. Un andamento che pare non cambiare nemmeno a inizio secondo set, con Monfils subito avanti di un break per 2-0 e un Berrettini anche incapace di scrollarsi di dosso la pressione del momento. Un improvviso diritto longilinea all’incrocio delle righe di fondo, però, scuote Berrettini, che riesce a trovare il controbreak e ad infilare un parziale di sei giochi a uno che vale il secondo set per 6-3. Con l’inerzia del match cambiata, il romano, approfittando anche di un evidente calo fisico del francese, domina anche il set successivo per 6-2 a suon di servizi e diritti vincenti, vincendo anche quegli scambi lunghi terreno privilegiato del gioco del transalpino. La riscossa di Monfils non si fa attendere. Il francese alza nuovamente il ritmo dei colpi e, alla fine, ritrova il break – che mancava dal primo game del secondo parziale – al termine di un terzo gioco da dieci minuti e dopo quattro palle break salvate dal Berrettini. Un allungo fatale per l’azzurro che spreca due occasioni per rientrare e si fa trascinare al quinto set per la quarta volta in carriera. Un ultimo atto pieno di emozioni, tra break e controbreak (in totale quattro), doppi falli a ripetizione (sopratutto da parte del francese) e con tre match point non sfruttati da Berrettini (uno sul suo servizio sul 5-4 e due sul turno di battuta di Monfils sul 6-5). Una sfida conclusa nel tie-break finale per 7-5 da quello che ormai è diventato il marchio di fabbrica di Berrettini: una prima di servizio centrale respinta lunga da Monfils. Per l’azzurro 15 ace, il 69% di punti vinti con la prima di servizio, 165 punti vinti in totale e 53 vincenti.
“Non so cosa dire, in questo momento ricordo poco, diciamo il doppio fallo sul primo match point. È stata una bella lotta, e complimenti a Monfils. Mentre giocavo pensavo anche di star assistendo, dal campo, a una delle più belle partite che abbia mai visto”, dichiara Matteo Berrettini, intervistato dallo speaker sul campo dell’Artur Ashe Stadium. “Sono felicissimo – aggiunge – e grazie al pubblico, e grazie a tutti gli italiani. Ho avuto cinque match point? È meglio averne, e quando vinci è ancora più bello. Sono fiero di me stesso,e dedico questa vittoria alla mia famiglia”.
Una vittoria che non regala all’Italia solo una semifinale Slam attesa da più di quattro decenni ma anche la speranza che il tennis azzurro possa cominciare ad abituarsi a risultati di questo livello, anche su campi diversi dalla tradizionale terra rossa. Era dai tempi di Panatta, Zugarelli, Barazzutti e Bertolucci che un tennista italiano non riusciva a esprimersi così bene sulle superfici veloci. Prima di questo torneo, infatti, Berrettini è stato capace di trionfare anche sull’erba di Stoccarda (l’altro successo stagionale è arrivato sulla terra di Budapest) e di conquistare un prestigioso ottavo di finale a Wimbledon.
Con questo traguardo l’azzurro, inoltre, si avvicina alla top 10 mondiale (attualmente al n. 13 del mondo), mentre nella Race entra ufficialmente in top 10, superando anche il compagno di nazionale Fabio Fognini (i primi 8 della classifica annuale accedono alle Atp Finals di fine anno a Londra). Berrettini diventa anche il nono italiano a centrare una semifinale Slam dopo Uberto de Morpurgo (il primo della serie nel 1930), Giorgio de Stefani (una finale e una semifinale), Beppe Merlo (due semifinali), Nicola Pietrangeli (due vittorie, due finali e una semifinale), Orlando Sirola (una semifinale), Adriano Panatta (una vittoria e due semifinali), Corrado Barazzutti (due semifinali) e Marco Cecchinato (una semifinale).
Aggiornato dalla redazione alle 16.35 del 05/09