Il nuovo governo giallorosso ha cambiato l’immagine dell’Italia agli occhi dell’Unione europea, dopo gli scontri ripetuti con l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ma anche quella dello stesso Movimento 5 Stelle. Passato dal cercare un accordo con diverse famiglie europee, senza successo, e poi dalla formazione di un nuovo gruppo, mai nato a causa degli scarsi risultati ottenuti dai partner europei alle elezioni di maggio, oggi i 14 eurodeputati pentastellati tornano a dialogare con il primo gruppo con cui si sono seduti al tavolo: i Verdi europei.

“Siamo pronti ad avviare un confronto serio, leale e costruttivo con il gruppo dei Verdi”, hanno fatto sapere fonti dei Cinque Stelle al Parlamento europeo. Versione verificata anche da Ilfattoquotidiano.it al quale fonti interne al partito hanno confermato la volontà di sedersi a un tavolo partendo dalle affinità. “Con loro abbiamo molti punti in comune e abbiamo delle innegabili affinità politiche su svariati temi, come ambiente, energie rinnovabili, lotta all’austerity, agricoltura biologica, acqua pubblica e infrastrutture utili ai cittadini – precisano le fonti da Bruxelles – Siamo sicuri che prevarrà la voglia di cambiare la Ue in meglio e rafforzarla con un Green New Deal europeo”.

Conferme, nel pomeriggio, sono arrivate dalla sponda ambientalista. L’eurodeputato belga Philippe Lamberts, copresidente dei Verdi al Parlamento europeo, si è detto “aperto al dialogo” con il Movimento 5 Stelle per un eventuale ingresso nel gruppo perché “la fine della coalizione con l’estrema destra toglie un ostacolo fondamentale”. Ma, ha sottolineato a LaPresse, “è necessario che vengano prima loro a parlarci”, spiegando che non c’è stato ancora alcun contatto tra la formazione guidata da Luigi Di Maio e il gruppo dei Verdi: “Trovo strano che i Cinque Stelle parlino di un dialogo con noi alla stampa, prima di averci contattato direttamente”, ha concluso.

I tentativi di avvicinamento tra Movimento e gruppo dei Verdi europei vanno avanti dal 2014, dalle passate elezioni europee, con alti e bassi. Nel 2014, quando gli eurodeputati gialli stavano cercando di posizionarsi all’interno dell’emiciclo, il dialogo con il gruppo ambientalista si interruppe a causa dell’allora molto più marcato euroscetticismo del partito e della vicinanza con l’anti-euro britannico Nigel Farage, allora leader di Ukip. “Se vogliono chiamarci per un incontro, sicuramente una nostra delegazione ci sarà – aveva dichiarato la co-presidente del partito Verde europeo, Monica Frassoni – Sarebbe invece più problematico dialogare con chi sta con Nigel Farage o Marine Le Pen“, in riferimento all’incontro tra Beppe Grillo e il politico britannico avvenuto pochi giorni prima. Poi quel matrimonio non si è più fatto e i pentastellati entrarono a far parte di Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (Efdd), insieme a diversi partiti euroscettici europei.

Stessa situazione si è riproposta anche dopo le elezioni europee di maggio 2019, quando il Movimento aveva già dato vita a un governo con la Lega. Anche in quell’occasione si parlò di un possibile avvicinamento dei pentastellati, in cerca di una famiglia politica dopo lo scioglimento di Efdd, e i Verdi, ma i vertici del gruppo europeo smentirono categoricamente, accusando i pentastellati di aver perso la spinta ambientalista che li caratterizzava alle origini e di non essere in linea con le idee di riforma di stampo socialista volute dal gruppo.

Oggi, con il naufragio dell’esperienza gialloverde e la nuova avventura Pd-M5s, anche il gruppo europeo apre di nuovo al dialogo con i pentastellati, sperando di poterli avvicinare maggiormente alle posizioni di Ska Keller e compagni.

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