Il legale: l'estremista di destra “è pronto a parlare con i magistrati per denunciare un fatto recente che vede lui e la sua famiglia come vittime e che lo ha portato a essere condannato per usura e al sequestro dei suoi beni e dei suoi familiari e che è collegato all’omicidio di Fabrizio Piscitelli"
Pronto “a fare il nome di intoccabili” oltre a quello del mandante dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli. Torna a far sentire la propria voce Fabio Gaudenzi, esponente dell’estrema destra romana arrestato lunedì a Formello per possesso di armi da guerra dopo aver postato in rete due video in cui annunciava di volersi consegnare alle forze dell’ordine. Lo fa tramite il proprio avvocato, Marcello Petrelli.
Gaudenzi “è pronto a parlare con i magistrati per denunciare un fatto recente che vede lui e la sua famiglia come vittime e che lo ha portato a essere condannato per usura e al sequestro dei suoi beni e dei suoi familiari e che è collegato all’omicidio di Fabrizio Piscitelli e alla morte di un suo amico a Brescia”, ha spiegato il legale. Il riferimento è alla condanna a 2 anni e 8 mesi per usura inflitta al sodale di Massimo Carminati nel processo d’appello a Mafia Capitale.
Gaudenzi, che verrà sentito in carcere dai magistrati della Dda di Roma, riferisce il suo difensore “si ritiene parte offesa, è pronto a parlare di questa storia recente che non riguarda però il suo passato politico, e sottolinea di non essere un pentito. È pronto a fare il nome di intoccabili. In carcere in questi giorni di detenzione è stato minacciato di morte e per questo ha presentato denuncia”.
Il 4 settembre il gip di Tivoli aveva convalidato il fermo e ribadito la detenzione in regime di isolamento a Rebibbia. Prima di finire in manette, dopo la segnalazione di un vicino di casa che aveva sentito provenire colpi di arma da fuoco dalla sua abitazione, Gaudenzi aveva postato un video su internet in cui sosteneva, tra le altre cose, di essere a conoscenza del mandante dell’omicidio di Piscitelli, conosciuto come Diabolik, freddato con un colpo di pistola alla nuca il 7 agosto nel parco degli Acquedotti, a Roma.
Nei confronti di Gaudenzi sono contestati i reati di detenzione di armi da guerra e minaccia aggravata in quando l’uomo, all’arrivo dei carabinieri, ha minacciato un rappresentante dell’arma. Nelle motivazioni il giudice ha scritto che sussiste il pericolo di “reiterazione del reato e di fuga”. Nei prossimi giorni Gaudenzi potrebbe essere ascoltato dai pm della Dda di Roma che indagano sull’omicidio di Diabolik.