Si tratta di 8 tunisini e 2 italiani, tra i quali anche l’imam di una moschea della provincia di Teramo e una commercialista italiana. I Ros e i finanzieri del Gico dell’Aquila hanno emesso un'ordinanza di custodia cautelare, nell'ambito dell'indagine "Zira" della Direzione Distrettuale Antimafia e antiterrorismo e Antiterrorismo del capoluogo abruzzese
Reati tributari e di autoriciclaggio con finalità di terrorismo. Sono i reati per cui sono indagate 10 persone – 8 di origine tunisina e 2 di origine italiana – tra le quali anche l’imam di una moschea della provincia di Teramo e una commercialista italiana. Nei loro confronti i carabinieri del Ros e i finanzieri del Gico dell’Aquila hanno emesso la mattina del 7 agosto un’ordinanza di custodia cautelare. L’operazione è avvenuta nell’ambito dell’indagine “Zir”, coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo del capoluogo abruzzese.
Si tratta di somme e immobili per oltre un milione di euro, che sono in fase di sequestro. Gli indagati destinavano parte del patrimonio al finanziamento di attività riconducibili all’organizzazione radicale islamica “Al-Nusra”. Un’altra parte del denaro, ricavato distraendo importanti somme tramite alcune società, finiva invece nelle tasche di imam dimoranti in Italia, uno dei quali già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale.
“In Siria ci sono vari gruppi e non bisogna unirsi al gruppo sbagliato”, si sente in una conversazione intercettata tra gli indagati, nella quale si elogia l’operato dell’organizzazione islamica. “I migliori – continua l’audio – sono al Nusra e Fateh al Islam che sono appoggiati da stati come Qatar e Arabia Saudita. Ci sono altri gruppi che non si sanno comportare, al Nusra invece è l’esercito dell’Islam, è un’organizzazione buona!”