Centinaia di voli cancellati, che in due giorni potrebbero salire a 1700, e il rischio di rimanere a terra per 300mila passeggeri. È scattato alla mezzanotte di lunedì 9 settembre lo sciopero dei piloti della British Airways, il primo per il 4300 aviatori della compagnia. A riportarlo i media britannici. “Non abbiamo altra scelta che cancellare quasi il 100% dei nostri voli”, si legge in una nota. A soffrire saranno soprattutto gli aeroporti di Londra Heathrow e Gatwick, dove viaggiano la maggior parte dei voli della British, ma anche alcuni scali italiani, come Fiumicino, dove attualmente sono già tre i voli cancellati.
L’agitazione, che durerà per tutta la giornata di lunedì e di martedì, è stata promossa dal sindacato autonomo di categoria Balpa ed è la conseguenza del mancato accordo in una lunga vertenza sui salari. I piloti chiedono un adeguamento dei loro stipendi e hanno minacciato di replicare lo sciopero il 27 settembre se le contrattazioni non saranno state risolte. Non è però solo una questione economica. I dipendenti hanno infatti respinto l’offerta di aumenti dell’11,5% in 3 anni, ritenendolo inadeguato rispetto all’impennata dei profitti messa a segno dalla compagnia dopo il superamento della crisi degli anni scorsi. Per il sindacato il problema principale è quello dei salari di copiloti e dei profili junior, che restano troppo bassi soprattutto se paragonati ai costi della formazione.
Ai passeggeri dei voli cancellati, comunque, la British Airways ha offerto la possibilità di prenotare un volo un altro giorno o di volare con una diversa compagnia aerea.