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Bari, chiude lo stabilimento di caffè Saicaf: 40 posti di lavoro a rischio. I sindacati: “Sciopero ad oltranza dal 12 settembre”

L'astensione dal lavoro andrà avanti "fino a quando dall’azienda non giungeranno gli opportuni chiarimenti" e "non si darà garanzia sul futuro dei lavoratori attualmente occupati". Ad agosto erano stati trasferiti uffici e impiegati in una sede nel centro del capoluogo pugliese. L'azienda, attiva dagli Anni Trenta, intenzionata a vendere il terreno
Bari, chiude lo stabilimento di caffè Saicaf: 40 posti di lavoro a rischio. I sindacati: “Sciopero ad oltranza dal 12 settembre”
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Quaranta posti di lavoro a rischio per la chiusura dello stabilimento Saicaf di Bari. La storica fabbrica di torrefazione, attiva nel capoluogo pugliese dagli Anni Trenta, ha deciso di sospendere la produzione, nella quale sono occupate 40 persone, a fine mese. Per questo i sindacati Flai e Uila hanno indetto lo sciopero ad oltranza dal giovedì 12. L’astensione dal lavoro andrà avanti “fino a quando dall’azienda non giungeranno gli opportuni chiarimenti” e “non si darà garanzia sul futuro dei lavoratori attualmente occupati”.

Della chiusura dello stabilimento e della cessione del terreno si era parlato il 6 agosto scorso durante un incontro tra le rappresentanze sindacali e la direzione aziendale. Già dallo scorso mese, invece, sono stati trasferiti gli uffici e gli impiegati in una sede nel centro di Bari. “Alla luce di tutto ciò le organizzazioni sindacali – scrivono Anna Lepore e Pietro Buongiorno, segretari generali di Flai e Uila – hanno inoltrato richiesta di incontro urgente alla direzione aziendale Saicaf, nella quale si specificava la necessità di essere ricevuti entro il giorno 6 settembre al fine di ricevere comunicazioni relative agli intendimenti aziendali in merito alla tutela e alla salvaguardia dei posti di lavoro messi in discussione. A tale richiesta l’azienda ha risposto il 4 settembre convocando un incontro per il 30 settembre”.

La preoccupazione dei sindacati è legata al fatto che l’azienda “non ha chiarito da quale società verrà acquisita la produzione e, quindi, quale sarà il futuro lavorativo degli operai occupati nel reparto”. Dopo aver indetto lo stato di agitazione sindacale, i rappresentanti dei lavori hanno quindi indetto lo sciopero ad oltranza e interessato la task force regionale per l’occupazione.

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