Secondo le dichiarazioni di lei, lui, con precedenti penali, le aveva più volte puntato una pistola. Dopo il salvataggio e una visita psichiatrica, l'equipaggio del Reparto prevenzione crimine di Milano con l'ausilio di una pattuglia della questura di Como, ha perquisito la casa dell'uomo e l'orto di Tavernola, nel bergamasco, in cui aveva cercato di impiccarsi. Ma non hanno trovato armi
L’equipaggio del Reparto prevenzione crimine di Milano è arrivato appena in tempo per salvarlo da un tentativo di suicidio. Si tratta di un 57enne di origini calabresi residente a Cernobbio, che nella notte tra sabato 7 e domenica 8 settembre ha cercato di togliersi la vita impiccandosi. Ad allertare gli agenti, che in quel momento stavano prestando servizio di ordine pubblico al Forum Ambrosetti, è stata la compagna dell’uomo.
La donna si è avvicinata ai poliziotti poco dopo la mezzanotte, spiegando allarmata che il compagno, in linea con lei al cellulare, aveva minacciato di togliersi la vita. A quel punto ha lasciato il telefono al capo equipaggio che per una decina di minuti ha parlato con lui cercando di dissuaderlo. Durate la conversazione l’uomo ha menzionato un albero e la compagna ha quindi potuto dedurre che si trovava in un particolare orto (ricavato da uno spazio comunale in località Tavernola che ha preso in affitto), dove ha condotto gli agenti. Quando sono arrivati, hanno trovato l’uomo sul cofano della macchina e con la corda legata all’albero già annodata intorno al collo. Supportati da una volante della questura di Como, lo hanno immediatamente braccato e gli hanno salvato la vita. L’uomo è stato portato in ambulanza all’ospedale S. Anna di Como, da dove è stato dimesso un’ora e mezza dopo, in seguito a una visita psichiatrica che non ha riscontrato problemi o patologie.
Nel frattempo, la compagna del 57enne ha riferito che all’interno della loro relazione c’erano diverse problematiche, causate in primis dall’eccessiva gelosia dell’uomo nei suoi confronti. Stando ai racconti di lei, lui era arrivato addirittura a puntarle una pistola in alcune occasioni, causando le preoccupazioni e le ire dei figli della donna. Per questo, i due, pur proseguendo la loro relazione, avevano smesso di convivere un po’ di tempo fa e lui, disoccupato, era tornato a vivere a casa della madre. Dopo alcuni accertamenti si è scoperto che l’uomo ha dei precedenti penali risalenti a circa 30 anni fa. In particolare un’accusa di lesioni aggravate per aver sparato all’ex cognato, oltre a traffico di stupefacenti e sequestro di persona a fine di estorsione.
Dopo i particolari riferiti dalla donna, è stato l’equipaggio del Reparto prevenzione crimine, sempre affiancato dalla volante di Como, a mettere in atto l’art.41 del TULPS, che consente agli agenti di polizia giudiziaria di effettuare perquisizioni ed eventualmente sequestri, qualora ci siano sospetti di detenzione di armi. Durante i sopralluoghi dell’abitazione in cui l’uomo vive non sono state però trovate pistole o altri tipi di armi. L’uomo e la sua compagna sono quindi ritornati nelle rispettive case.