I fondi per i disabili? Venivano utilizzati per comprare elettrodomestici, smartphone, computer di ultima generazione, giocattoli, cosmetici, strumenti musicali e addirittura una cucina. È quanto ha scoperto la Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Catanzaro, nell’ambito di un’indagine che ha portato a due denunce e a un sequestro di beni immobili per 262mila euro.
L’inchiesta del procuratore Nicola Gratteri e del pm Anna Chiara Reale riguarda un’associazione senza fini di lucro di San Sostene, un paesino vicino a Soverato.
La onlus, gestita da due coniugi, aveva il compito di fornire ospitalità e assistenza presso un centro socio-riabilitativo diurno a 17 persone diversamente abili. Dietro un irreprensibile apparato contabile e documentale “di facciata”, artificiosamente predisposto, però, l’associazione attuava un sofisticato meccanismo di frode. In sostanza, stando alle risultanze investigative delle fiamme gialle, grazie all’utilizzo di fatture false ed emesse da soggetti compiacenti, la onlus giustificava i continui prelievi in contanti operati dai conti dell’associazione e utilizzati per l’acquisto di spese non finalizzate alla gestione dei disabili.
Spese che, per essere effettuate, erano accompagnate da “mendaci certificazioni” da parte dei coniugi titolari dell’associazione che, tra il luglio del 2011 e l’ottobre del 2016, hanno segnalato alla Regione Calabria la presenza di tutti i 17 utenti ospiti del centro, numero massimo per il quale la struttura era accreditata anche quando i disabili assistiti dalla onlus in diversi periodi dell’anno erano di numero inferiore. In questo modo i due indagati hanno avuto accesso indebitamente, nella misura più ampia possibile, ai contributi regionali previsti in campo socio-assistenziale. Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e malversazione ai danni dello Stato sono le accuse che la Procura di Catanzaro contesta a entrambi destinatari anche del sequestro dei beni e dei conti correnti nella loro disponibilità.
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