Potrebbe arrivare in consiglio dei ministri già questa settimana il decreto per trasferire alla Farnesina le competenze sul commercio estero. Come ha chiesto e ottenuto il neo ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che non a caso nel primo messaggio di saluto alla diplomazia italiana ha sottolineato di averne già apprezzato, da titolare dello Sviluppo, le “qualità e competenze anche nella promozione del made in Italy nel mondo e dell’internazionalizzazione del sistema economico italiano”. Ma secondo Il Sole 24 Ore, che aveva anticipato la notizia domenica, i sindacati dei dipendenti e dirigenti pubblici sono sul piede di guerra e hanno inviato tre lettere di protesta al nuovo titolare di via Veneto, il pentastellato Stefano Patuanelli.
Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa, Unadis e Dirstat ricordano che la stessa proposta era stata avanzata dal ministero degli Esteri pochi mesi fa e “rispedita al mittente” dallo stesso Di Maio, che l’aveva ritenuta “inaccettabile date le sinergie politiche affidate al Mise in un quadro organico di incentivazione delle imprese”. Inoltre c’è il rischio che alla Farnesina passino solo le competenze e non le persone che di quei temi devono occuparsi. Ma insieme alle competenze, spiegava domenica il quotidiano di Confindustria, ci sono i soldi: 170 milioni di fondi promozionali, 75 per l’Agenzia Ice, 50 del piano Export Sud. Ci sono poi i voucher per assumere export manager e i crediti di imposta per le aziende che partecipano alle fiere.
In ogni caso il Pd sembra d’accordo e il successore di Di Maio allo Sviluppo, Patuanelli, si è detto favorevole perché l’operazione è “un valore aggiunto per il sistema paese, anche se bisognerà metterla a punto salvaguardando il presidio del Mise sugli incentivi per l’export”. Secondo Il Sole, Di Maio vorrebbe affidare la delega al sottosegretario Manlio Di Stefano che sarà con tutta probabilità confermato ed è ritenuto l’ispiratore del progetto.