“Perché nessuno è stato pestato come l’uva? Perché nessun manifestante è stato perquisito, schedato e/o gonfiato di botte? Semplice: perché non c’erano forze dell’ordine avvelenate o schierate. Evidente la disparità di trattamento in base all’ideologia politica“. Così ha twittato Gabriele Rubini in arte chef Rubio commentando una foto della manifestazione organizzata lunedì dal centrodestra in piazza Montecitorio mentre alla Camera era in corso il voto di fiducia sul governo Conte-bis per protestare contro quello che Matteo Salvini e Giorgia Meloni definiscono un “inciucio” tra Pd e M5s. Il cuoco ha concluso poi il suo post con l’hashtag #dittatura.
Le sue parole hanno scatenato dapprima polemiche sui social e poi la dura reazione dei sindacati delle forze dell’ordine. Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp Polizia di Stato, ha parlato di “incredibile, irresponsabile, diffamatoria uscita di chef Rubio che, andando al di là di ogni limite della sfrontatezza, accusa donne e uomini in divisa di non aver picchiato i manifestanti presenti ieri a Roma. Con tutti i problemi e le criticità che il Paese si trova ad affrontare, e con esso l’intero sistema sicurezza, quello che veramente risulta di troppo è dover assistere al fastidioso e sconcertante comportamento di chi si mette a sentenziare sulla bontà dell’operato delle Forze dell’ordine, sulla legittimità del loro ruolo, sulla professionalità della loro azione, sulla indiscussa lealtà dei loro appartenenti, oltre tutto senza la pur minima competenza in materia”.
Il segretario dell’Fsp conclude senza aggiungere altri commenti ma sottolineando che “un tale atteggiamento non deve passare inosservato, come fosse assolutamente normale poter gettare fango e discredito sugli appartenenti alle Forze dell’ordine”. Non si è fatta attendere la replica di Chef Rubio, che ha risposto con un nuovo tweet: “Caro #ValterMazzetti, qui la spiegazione che ho dato agli analfabeti funzionali presenti in rete pe’ faje comprende ‘r senso dell’italiano utilizzato nel mio tweet: il mio non era un invito a manganellare ma una sorpresa che si possano fare dimostrazioni di piazza senza cariche“.
E poi ancora, rivolto a tutti quanti l’hanno criticato: “Se fai il cuoco, lavori in tv, e non sopporti le disparità di trattamento, se odi le ingiustizie e la violenza, se hai studiato storia e non vuoi che si ripetano certe cose, in Italia non puoi dire la tua. Pensare e dissentire sono cose che fanno perdere cittadinanza e diritti”, ha concluso il cuoco.