Si deve “pensare che l’Italia possa farcela senza analizzare quello che sta accadendo nel mondo. I grandi trend economici oggi possono renderci più ottimisti”. È la riflessione di Ennio Doris, presidente e fondatore di Banca Mediolanum, che ha la berlusconiana Fininvest tra i soci più importanti. Non solo ottimismo ma uno sguardo che va oltre. In un quadro sicuramente non positivo il banchiere in una intervista al Corriere dice “che la situazione sia destinata a migliorare“.
“La guerra dei dazi – osserva Doris – sicuramente fa male perché impedisce l’integrazione delle economie alla base della crescita degli anni passati oltre che della diffusione della libertà. Aumenta l’incertezza come la Brexit. Ma dal punto di vista di Trump, come non capire la sua azione? Dal dopoguerra in poi l’America ha sostenuto i Paesi che dovevano svilupparsi. Così ha deciso di riequilibrare la situazione. C’è riuscito subito con Messico e Canada, con la Cina sarà un po’ più difficile”.
Guardando al governo, Doris spiega che l’abbassamento dello spread “è un buon segnale perché non significa solo spendere meno per interessi. Ma il consumatore ha meno paura”. “Mettere i soldi in tasca ai lavoratori” con il taglio del cuneo fiscale, prosegue, “li fa essere più propensi a consumare. Ma subito dopo bisogna agevolare e dare gli stimoli anche a chi crea il lavoro, le imprese. Perché questo produce la voglia di cercare opportunità di investimento. Si aumentano così le entrate. Si liberano risorse per gli investimenti pubblici. Purché si voglia farli”.
Sul fatto che non si sentono più polemiche sulle infrastrutture, Doris osserva: De Micheli “avrà imparato. Perché anche la politica impara. Impara che non sempre servono tanti soldi. Nel caso dei piani individuali di risparmio, i Pir, non servono proprio. Si fanno arrivare soldi alle aziende senza che si indebitino ma anzi facendo in modo che crescano e investano”.