“Dedico questa sentenza alla mia famiglia che ha pagato con me”. Con la voce rotta dal pianto, Cateno De Luca ha commentato la sentenza d’Appello che confermando il primo grado gli permette di restare sindaco di Messina, evitando così di essere colpito dalla legge Severino. Dopo che la presidente della corte d’Appello di Messina, Maria Celi, ha letto la sentenza, De Luca si è concesso ai microfoni: prima scusandosi con la magistratura per gli attacchi sferrati in passato, poi dedicando la sentenza ai familiari. Aveva atteso la sentenza nell’aula del tribunale di Messina, pregando col rosario in mano, a fianco della moglie. Una volta conosciuto l’esito dell’Appello, si è invece sciolto in lacrime. Il processo riguardava il sacco edilizio di Fiumedinisi, fatti accaduti tra il 2004 e il 2010, quando Cateno De Luca era sindaco del suo comune di nascita, nel lato jonico del Messinese. Fatti per i quali l’attuale primo cittadino della città dello Stretto era stato arrestato nel 2011. Nel 2017, cinque giorni dopo la sua ultima elezione all’Assemblea regionale siciliana, e due giorni dopo essere stato arrestato per un’altra inchiesta con l’accusa di evasione fiscale per la quale è attualmente a processo, De Luca aveva incassato 6 prescrizioni e 2 assoluzioni, accolte come un’assoluzione piena da un’aula festante, con i sostenitori dell’allora consigliere regionale che avevano addirittura improvvisato cori in Tribunale a favore del futuro sindaco di Messina.

Oltre ad alcuni casi di abuso edilizio De Luca rispondeva anche di due casi di tentata concussione, secondo l’accusa aveva infatti acquisito un terreno, sul quale costruire un centro benessere, facendo illecite pressioni sul proprietario. La sentenza di primo grado aveva però derubricato il reato in induzione indebita, reato a quel punto prescritto. Contro la sentenza di primo grado aveva fatto, però, ricorso il capo della procura di Messina, Maurizio De Lucia. Se oggi la corte d’Appello di Messina avesse dato ragione alla procura, riconoscendo l’iniziate configurazione del reato in tentata concussione, la prescrizione sarebbe caduta e De Luca avrebbe subito una condanna che avrebbe fatto scattare la Severino: sarebbe dunque decaduto dalla carica di primo cittadino di Messina. La corte messinese ha invece confermato la condanna di primo grado, riconoscendo come provata l’induzione indebita, ormai però prescritta. Cateno De Luca resta dunque sindaco di Messina, carica per la quale ha dovuto dimettersi da consigliere regionale. Dopo la lettura il primo cittadino ha voluto anche scusarsi con la magistratura per gli attacchi rivolti subito dopo la sentenza di primo grado: “Voglio scusarmi per i miei attacchi alla magistratura perché ci sono stati momenti nei quali, trovandomi in una situazione che non auguro a nessuno”.

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