Italia, Malta, Francia e Germania stanno lavorando a un accordo per gestire in maniera condivisa gli sbarchi e procedere in maniera più efficace ed efficiente ai ricollocamenti, nonostante il regolamento di Dublino. Si chiama “Temporary predictive riallocation program” e, come rivelato da la Stampa, il 23 settembre i quattro ministri dell’Interno si incontreranno per la firma all’accordo. Anche di questo parlerà oggi Conte, nel primo incontro dopo la fiducia al nuovo esecutivo, con la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen. La questione per l’Italia rimane urgente: la nave Ocean Viking ha salvato 84 persone al largo della Libia e attende un porto per lo sbarco.
L’intesa su cui i quattro Stati stanno convergendo, prevede “quote prefissate“: nel momento in cui una nave umanitaria francese o tedesca effettua un salvataggio in mare, Italia e Malta saranno chiamate a mettere a disposizione i “loro porti come punti sicuri di sbarco“. In seguito però, dopo una prima accoglienza sul posto ed entro un mese, Francia e Germania si impegneranno ad accogliere i migranti. La disponibilità, da parte di Parigi e Berlino, per il momento è stata quella di prendersi il 25 per cento degli sbarchi: una quota che però viene contestata da Italia e Malta, che invece chiedono siano presi in carico tutti i migranti sbarcati.
Il documento, sul quale ha lavorato lo stesso ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e che ora dovrà negoziare la successora Luciana Lamorgese, permette di intervenire senza modificare il regolamento di Dublino, ma accelerando la condivisione degli arrivi. Proprio su Dublino, la stessa presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen ha ribadito che è necessario intervenire per fare in modo che la gestione dei migranti non riguardi il primo Paese di accoglienza, ma ci sia una “maggiore solidarietà”. Qualsiasi modifica della norma però, richiederà molto tempo e una negoziazione a livello europeo complessa. Per questo, l’intesa a quattro e il documento condiviso permetterebbero di trovare una soluzione in tempi brevi. Il 23 settembre è la prima tappa: se i quattro si metteranno d’accordo, rivela sempre la Stampa, poi cercheranno di allargare il sostegno ad altri Stati membri e allargare il fronte.