“Quella nave per me deve entrare, senza se e senza ma”. Così il segretario Pd Nicola Zingaretti a DiMartedì su La7 sull’ultimo caso di migranti soccorsi da una ong la cui imbarcazione – la Ocean Viking – chiede di approdare a un porto italiano. Sulla stessa lunghezza d’onda David Sassoli: “Ma certo che deve sbarcare”, ha detto il presidente del Parlamento europeo rispondendo ad una domanda dei giornalisti oggi a Bruxelles. “Cosa pensano di risolvere il problema dell’immigrazione tenendo in mare 100, 200, 300 persone?”. “Noi abbiamo bisogno di una politica per l’immigrazione”, ha aggiunto. “Ecco perché è molto importante quello che ha detto il premier Conte: subito la riforma del regolamento di Dublino“, in quanto “chi arriva in Italia arriva in Europa ed è l’Europa che si organizza, non solo per le centinaia di persone, ma ad affrontare la questione dell’immigrazione che sarà una questione che ci porteremo per molto tempo”.

Altri 34 migranti sono stati presi a bordo dall’imbarcazione che continua a navigare in area SAR libica con 84 persone soccorse. Finalmente a Malta, invece, gli ultimi cinque della Alan Kurdi, dopo che nella serata di ieri l’Italia aveva comunicato che vigeva ancora il divieto d’ingresso firmato dall’ex ministro Matteo Salvini.

E mentre l’attuale titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, mantiene il low profile e tace, ieri il premier Giuseppe Conte al Senato ha invitato a “tutte le forze politiche” ad “evitare di concentrarsi ossessivamente sullo slogan, porti aperti o porti chiusi”: il tema “va gestito a livello europeo”. Dalla nuova presidente della Commissione Ursula von der Leyen è invece arrivata un’apertura alla revisione del Regolamento di Dublino, che impone al Paese di primo approdo di farsi carico dei migranti.

Era stato l’aereo Moonbird di Sea Watch a segnalare lunedì un gommone in difficoltà con 34 persone (tra cui una donna incinta ed un bambino di un anno) al largo della Libia. Nella notte erano stati presi a bordo dal veliero Jozefa che li ha poi trasferiti sulla Ocean Viking, “nel mezzo di una tempesta. Abbiamo ancora una volta chiesto un ‘place of safety’ (un porto sicuro dove sbarcare) per le 84 persone soccorse a bordo”, aveva fatto sapere Sos Mediterranee che, insieme a Medici senza frontiere, gestisce la nave umanitaria. La Libia avevaofferto un ‘pos’ ma quel Paese, secondo Medici senza frontiere, “non è un posto sicuro dove riportare le persone soccorse. Abbiamo chiesto un’alternativa”. E a breve potrebbe toccare così all’Italia dover rispondere alla richiesta della nave delle ong francesi.

La soluzione è invece arrivata invece dopo 11 giorni per la Alan Kurdi di Sea Eye. Malta ieri ha accettato di far sbarcare gli ultimi cinque rimasti a bordo, dopo che gli altri otto erano stati evacuati per ragioni sanitarie in precedenza. Il Governo de La Valletta ha spiegato di aver acconsentito allo sbarco dopo che due Paesi europei si sono offerti per accogliere gli ospiti della nave tedesca e dopo che Sea Eye ha accettato di far decadere l’azione legale avviata contro Malta.

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