Mario Draghi ricarica il bazooka e Donald Trump punta il dito contro la Federal Reserve. “La Banca centrale europea, agendo rapidamente, taglia i tassi di 10 punti base – scrive su Twitter il presidente degli Stati Uniti commentando il rilancio del quantitative easing varato da Francoforte – Stanno tentando, e con successo, di svalutare l’euro contro il dollaro molto forte, danneggiando l’export Usa. E la Fed sta seduta, seduta e seduta. Loro sono pagati per prestare denaro, mentre noi stiamo pagando gli interessi”.

Tutto nasce dalla decisione adottata dal consiglio direttivo della Bce che, contrariamente alle attese, ha varato un nuovo programma di quantitative easing che prevede l’acquisto di bond per 20 miliardi al mese a partire da novembre e per “tutto il periodo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei tassi”. Il direttivo ha deciso anche di tagliare il tasso sui depositi presso l’Eurotower a -0,50% da -0,40%, ma esentando una parte dei soldi depositati dalle banche. E per gli istituti dell’Eurozona arriva anche un nuovo maxi-prestito a lungo termine (Tltro).

La replica di Draghi a Trump arriva immediata: “La risposta è molto semplice – ha affermato il numero uno di Francoforte commentando il tweet del capo della Casa Bianca – Abbiamo un mandato a perseguire la stabilità dei prezzi e non abbiamo come obiettivo i tassi di cambio. Punto”.

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