Il dossier “Protezione dello stile di vita europeo” affidato al nuovo commissario Ue alle migrazioni, Margaritis Schinas, rimane, almeno per il momento. Ma la decisione della nuova Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, di rinominare così la delega che fu di un altro greco, Dīmītrīs Avramopoulos, continua a suscitare dubbi e polemiche a livello internazionale.
E oggi (12 settembre) sulla questione è intervenuto anche il presidente della Commissione uscente, Jean-Claude Juncker, che in un’intervista a Euronews prende le distanze dalla scelta della politica tedesca: “Non mi piace l’idea di uno stile di vita europeo da opporsi al fenomeno migratorio. Accettare chi viene da lontano fa parte dello stile di vita europeo“, ha spiegato l’ex premier lussemburghese. Il 64enne sostiene che la denominazione dell’incarico affidato a Schinas dovrebbe essere più precisa e dovrebbe significare mettere insieme talenti, energie e rispetto per l’altro “indipendentemente dal colore e dallo Stato di provenienza”.
Anche il neoeletto presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha manifestato i dubbi espressi da alcuni componenti della plenaria, spiegando che questo lo ha portato a invitare von der Leyen alla conferenza dei presidenti, il 19 settembre: “Sono sorte all’interno dei gruppi politici alcune questioni sulle denominazioni, così ho preso l’iniziativa di invitare Ursula von der Leyen la prossima settimana, il 19, alla conferenza dei presidenti per poter spiegare e ascoltare i gruppi politici”, ha detto. “Alcune denominazioni hanno provocato sconcerto. Per esempio io non ho trovato alcune parole fondamentali come immigrazione e nemmeno la parola cultura e ricerca e credo che siano parole importanti – ha aggiunto – Noi al Parlamento europeo conosciamo bene queste parole e sappiamo cosa significano. Mi auguro che, nella fretta di dare le denominazioni, siano state fatte con leggerezza e fretta alcune denominazioni bizzarre e originali“. Sassoli si è poi augurato che “il 19 ci sia la giusta chiarezza“.
La principale accusa rivolta alla nuova Commissione è quella di aver usato parole e fatto collegamenti tra il fenomeno migratorio e la minaccia dei valori europei usata prevalentemente dalle destre nazionaliste. Il Parlamento europeo, che deve ancora approvare le scelte di von der Leyen in audizioni di conferma che cominceranno alla fine del mese, chiede chiarimenti. Finora, la squadra ha difeso il nome dell’incarico, sottolineando che è stato stabilito mesi fa e che il portafoglio di Schinas si occuperà di supervisionare non solo l’immigrazione, ma anche istruzione, integrazione e sicurezza transfrontaliera.
Anche da Palazzo Berlaymont fanno sapere che, per il momento, non è arrivato alcun ordine di modifica della delega: “Non ho alcun nuovo nome da comunicare per conto della squadra di transizione” e della presidenza, ha dichiarato una portavoce della Commissione rispondendo ai giornalisti durante il consueto midday briefing. La presidente eletta, ha concluso, è riunita con i commissari designati, “c’è un dibattito in corso, tutti gli argomenti saranno analizzati, ma non è una discussione legata a un solo titolo o ad un unico portafoglio”.