Il primo round di una battaglia oramai annosa tra editori europei e Google, in materia di diritto d’autore, è stata vinta – anche se solo proceduralmente – da quest’ultima. La Corte di Giustizia dell’Unione europea oggi ha, infatti, deciso di ritenere inapplicabile per mancata notificazione preventiva alla Commissione Europea, la norma tedesca che dal 2013 vieta ai motori di ricerca di utilizzare gli “snippets”, ovvero i brevi estratti degli articoli, senza l’autorizzazione dell’editore.

La questione, ancorché di natura procedurale, è importante per capire cosa accadrà nei prossimi tempi al tema del diritto d’autore e al giornalismo (non solo) online.

Spiegato in soldoni, il governo tedesco aveva scritto una legge che obbligava Google News (ed altri aggregatori) a pagare gli estratti degli articoli che comparivano sulle piattaforme, in base al diritto d’autore. La Corte europea ha ritenuto che vi fosse un errore procedurale e ha, quindi, aperto alla possibilità per chiunque di dichiarare inapplicabile la norma.

In attesa della decisione della Corte, è stata approvata dal Consiglio Europeo in via definitiva la direttiva Copyright sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, che poi andava trasposta in norme interne (anche dall’Italia, ovviamente) entro 24 mesi dall’entrata in vigore. Tra le disposizioni introdotte dalla direttiva ce ne sono proprio alcune dirette a far “pagare” agli aggregatori i brevi estratti di cronaca.

L’Italia, nel corso dell’iter di approvazione della Direttiva, aveva assunto per il biennio 2018-2019 una posizione contraria alle disposizioni considerate più a rischio per la libertà di espressione in rete. Il problema è che, diversamente da qualche mese fa, vi sono su questo tema due visioni opposte in seno alla compagine governativa. L’attuale ministro della Cultura, Dario Franceschini, da cui dipende formalmente il tema del diritto d’autore – che ha già ricoperto la carica in anni passati – ha sempre assunto iniziative di tutela spinta dei titolari del diritto d’autore, argomentando peraltro sempre la propria posizione.

Ma nel governo giallorosso c’è anche Francesco Boccia, che ha assunto anche in tempi recenti una posizione molto chiara a tutela delle imprese italiane, avendo contribuito a far approvare la web tax italiana. Si suppone quindi che il ministro continuerà su questa strada.

A questo punto, per capire cosa ne sarà del diritto d’autore nel settore giornalistico, sarà fondamentale capire da quale schieramento proverrà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, che si troverà di fronte alla patata bollente del recepimento della nuova direttiva sul diritto d’autore.

Il futuro del giornalismo in Italia dipenderà anche da queste scelte.

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