“Si è registrata una forte adesione europea al meccanismo di redistribuzione già attivato nelle scorse ore dall’Italia. Risulta già un’adesione di diversi Stati membri che consentirà un’adeguata e sollecita soluzione”. Le prime parole che emergono dopo il vertice sui migranti a Palazzo Chigi tra Conte e Luciana Lamorgese (Interno), Luigi Di Maio (Esteri e capo delegazione M5s), Lorenzo Guerini (Difesa) Paola De Micheli (Infrastrutture) affrontano il tema della Ocean Viking, nave di salvataggio di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere che sta navigando tra Lampedusa e Malta con 82 persone a bordo in attesa di risposte da Roma o La Valletta per un porto sicuro. Intanto la Commissione Ue ha fatto sapere di avere ricevuto ieri sera la richiesta di coordinare la ripartizione dei migranti e che già diversi Paesi si sono impegnati ad accogliere le persone, una volta che saranno sbarcate dalla nave. “Speriamo in una decisione rapida, di responsabilità e umanità”, ha scritto su twitter Medici senza frontiere.
Il presidente del Consiglio ha infatti incontrato nella sede del governo i ministri competenti dell’immigrazione, anche alla luce dell’incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dove Conte ha proposto di penalizzare sul piano finanziario i Paesi Ue che non partecipano alla spartizione dei migranti, scaricando così il peso dell’accoglienza sui paesi di primo approdo. Un punto che tocca direttamente la riforma del Trattato di Dublino, indicata da von der Leyen nel discorso di presentazione davanti all’Eurocamera ed esplicitata anche dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli. “Conte ha detto che vuole meccanismi non volontari e riprendere in mano il regolamento di Dublino. Riprendiamo in mano quello che il parlamento Ue ha proposto al Consiglio” cioè la sua riforma, ha detto rispondendo oggi a una domanda sul tema migranti e invitando i governi europei a mettere la questione all’ordine del giorno: “La mettano in agenda, la tirino fuori dai cassetti“. Perché “abbiamo bisogno di politiche che mettano l’Europa nella possibilità di avere responsabilità e di affrontare non su base volontaristica questo problema. Dobbiamo interrompere – ha concluso – il modo scellerato di non affrontare le questioni e di prendercela con la povera gente. È intollerabile”.