Los Angeles confidential. Un amico gli fa: sono innamorato cotto e voglio dedicare al mio amore una barca a vela, un regalo unico, solo per lei. Lui, Frank Gehry, una leggenda vivente, ogni suo edificio è diventato il simbolo della città (vai al Guggenheim Museum di Bilbao, la Casa Danzante di Praga, la Louis Vuitton Fondation a Parigi, la Walt Disney Concert hall di Los Angeles…). “Ok, ci provo, non ho mai disegnato barche”. Una sola raccomandazione: “Voglio la cabina armatoriale e amatoriale molto speciale. Sarà la nostra bum bum room…”. Il progetto visionario parte nei cantieri navali del Maine (East Coast degli Stati Uniti), la barca, una ventina di metri di puro design e di avveniristica tecnologia (stesso software utilizzato in aeronautica) è pronta in tempo record. Si sa, l’amore è impaziente. L’armatore non vede l’ora di acciambellarsi con lei al calar del sole, cullati dalle onde del Pacifico, sospesi nel blu, solfeggio dei gabbiani tutt’intorno.

Ma l’amore è anche traditore. La coppia scoppia prima d’inzupparsi in uno specchio di mare. Della bum bum room in boiserie tutta ondulata, con la luce che filtra attraverso piccoli oblò colorati nelle sfumature del tramonto, lui non ne vuole più sapere. Lo spinnaker che riproduce una immane figura femminile con capelli al vento sembra sgonfiarsi come si è afflosciata la passione. “La lascio a te, Frank”, gli dice. Lui, il maestro, decide allora di personalizzarla con la sua data di nascita: USA 2829 che sta per 28 febbraio 1929. Sì, Frank, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2008, ha appena compiuto 90 anni. Ma il genio, si sa, non ha età.

Sono invitata a bordo da Martha De Laurentiis (moglie di Dino altro gigante di Hollywood), bellezza rimasta inalterata nel tempo e produttrice cinematografica di capolavori come Hannibal. Non voglio vestirmi come va, va, e scelgo una giacca vintage stile yachting color écru di Isaia, brand di riferimento dei neapolitans a Los Angeles. Sotto la giacca mi infilo la t-shirt nera disegnata da Frank con il logo del bateau. Regalo del comandante a noi ospiti. Sembriamo l’equipaggio agli ordini di mr. Gehry. Cominciano così, con il vento in poppa, i festeggiamenti del matrimonio della figlia Dina (bella come la madre). Si veleggia, si gozzovigliano sandwich (buonissimi) e si brinda lungo la costa di Malibù. Cambio di scena: siamo nella villa di Martha a Los Angeles, un monumento hollywoodiano, è stata l’ultima residenza di Gloria Swanson, indimenticabile attrice di “Viale del tramonto”.

Arriva Frank, è l’arcistar ma non se la tira. Assoluto stupore quando me lo trovo seduto al mio tavolo piazzato sotto un ulivo centenario. Tra me e lui ci separa solo una ex Bond girl (bellissima), come si alza, balzo felino, e il posto è mio. Il fascino di Frank è racchiuso nel suo sguardo, occhi azzurri e vispi, da eterno ragazzino. Gli guardo le mani, agili, esili, abituate a tratteggiare linee curve, avvolgenti, la sua arte è tutto un gioco d’incastri, di sovrapposizioni. Sculture da abitare. I suoi materiali preferiti sono alluminio e titanio, lucentissimi. Sembrano specchi. E mi dice: “La vita dove disegno e volo è il mio gioco preferito”.

Da come Gigi Ferraioli, il cuoco napoletano, da 30 anni con Martha, se lo coccola, si capisce che Frank è uno di casa. Pasta sciuè, sciuè come piaceva a Dino e per dessert la mitica pastiera. E’ seduta con noi Gundi Widman, apprezzata interiore designer anche a queste latitudini. E’ l’architetto di famiglia, è lei ad avere realizzato la nuova sede del Calcio Napoli ( presidente Aurelio De Laurentiis). Si è laureata con una tesi proprio su Gehry. Le viene un’idea: invitare Frank per un progetto in Italia, chissà, magari… Intanto voglio parlarne a Nadine d’Archemont, responsabile della comunicazione per Converso, il più bello spazio espositivo dentro la chiesa cinquecentesca sconsacrata di piazza S. Eufemia a Milano. Allestire una mostra con foto, disegni, plastici, video. Frank ci sta.
Tu chiamale se vuoi, visioni…

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