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Muore d’infarto mentre fa sesso durante un viaggio d’affari: per i giudici è un “incidente sul lavoro”

È quanto ha stabilito la Corte d'Appello di Parigi in una sentenza del 27 maggio 2019 ma resa nota solo ora da Euronews. Ora l'azienda dovrà, quindi, erogare alla famiglia uno stipendio mensile pari all'80% di quello che prendeva il dipendente defunto, fino al raggiungimento della pensione

di F. Q.

Ha un infarto e muore mentre fa sesso con una sconosciuta durante un viaggio di lavoro per la propria azienda: per i giudici si è trattato di un “incidente sul lavoro”, motivo per cui i familiari della vittima hanno diritto a un risarcimento. È quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Parigi in una sentenza del 27 maggio 2019 ma resa nota solo ora da Euronews. Il caso risale al febbraio del 2013, quando il signor Xavier (il cognome viene omesso nelle carte rese alla stampa), ingegnere francese sposato e padre di due figli che lavora per la compagnia di costruzioni Tso, si trovava in trasferta nel dipartimento di Loiret, nel nord-ovest della Francia. Lì era stato inviato per compiere alcuni sopralluoghi per delle costruzioni ferroviarie ma, evidentemente, ha poi conosciuto una donna e così ha avuto un amplesso extraconiugale con lei, conclusosi con il suo arresto cardiaco. Xavier è morto infatti mentre si trovava in una stanza di un hotel diverso da quello assegnatogli dall’azienda. Il tutto al di fuori dell’orario di lavoro.

Per questi motivi il suo datore di lavoro non si era mai ritenuto in nessun modo responsabile di quanto accaduto ma la famiglia si era opposta a questa posizione e con la “Caisse primaire d’assurance maladie di Hainaut” aveva fatto ricorso in tribunale per ottenere un indennizzo dall’azienda. Nel 2016, il Tribunale aveva stabilito che “un incontro sessuale è un atto di vita normale, come fare la doccia o mangiare un pasto”. La Tso aveva fatto però ricorso per ribadire di non avere responsabilità nel caso perché l’attacco cardiaco non aveva niente a che vedere con l’attività professionale dell’uomo e, oltretutto, era avvenuto al di fuori dell’orario lavorativo. Non solo, sottolineava poi che l’albergo dove era morto l’uomo “non era quello pagato dalla ditta e obiettava anche sui termini dell’atto sessuale, specificando che il rapporto poteva considerarsi un’attività quotidiana ma non in quel caso, perché il sesso era frutto di un tradimento ed era, quindi, di carattere straordinario”.

Ma le motivazioni portate dall’azienda non hanno convinto i giudici della Corte d’Appello, che con la sentenza del maggio scorso hanno dato ragione alla famiglia dell’ingegnere affermando che il decesso è equiparabile ad un incidente sul lavoro. “Secondo la legge francese (articolo L 411-1 del codice di sicurezza sociale), l’infortunio sul lavoro è un incidente che si verifica durante il lavoro“, ha spiegato la Corte a Euronews precisando che il concetto di “lavoro” fa riferimento al fatto che “in questo caso particolare, il dipendente era in viaggio di lavoro, la qual cosa include: il tempo di viaggio, il tempo lavorativo durante la giornata e quello di riposo durante il viaggio. Ciò vale anche per la notte in cui l’impiegato è costretto a stare lontano da casa propria“. Motivo per cui ora l’azienda dovrà, quindi, erogare alla famiglia uno stipendio mensile pari all’80% di quello che prendeva il dipendente defunto, fino al raggiungimento della pensione.

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