Nove mesi fa aveva incassato un’assoluzione dopo che i giudici erano stati quasi otto ore in camera di consiglio. Ma per l’imprenditore Manlio Cerroni e per altri sette imputati è arrivato un nuovo rinvio a giudizio. Lo ha deciso il gup di Roma accogliendo la richiesta del pm Alberto Galanti che aveva chiesto invocato il processo per reati che vanno, a seconda delle posizioni, dalla gestione abusiva di rifiuti, all’abuso d’ufficio, alla frode in pubbliche forniture. Cerroni era stato già assolto nel novembre del 2018 al processo per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti solidi e urbani a Roma e nel Lazio.
La prima udienza è stata fissata per il prossimo 3 dicembre. I fatti riguardano il malfunzionamento dal 2006 al 2013 dei due impianti di Tmb Malagrotta1 e Malagrotta2, da cui il consorzio avrebbe ricavato ingenti vantaggi economici, e il tritovagliatore installato a Rocca Cencia nella primavera del 2013, in assenza di un’autorizzazione regionale, quando Roma e provincia erano in piena emergenza rifiuti: anche in quel caso secondo la Procura, Cerroni avrebbe ottenuto un “ingiusto profitto”.
Con Cerroni vanno a processo il suo braccio destro, Francesco Rando, l’allora direttore tecnico dei due Tmb di Malagrotta, Paolo Stella, l’ex dg di Ama Giovanni Fiscon, e poi Piero Giovi (gestore di fatto della discarica di Malagrotta e dell’annesso gassificatore), l’ex presidente di Colari, Candido Saioni, l’ex dirigente del dipartimento Ambiente della Provincia di Roma, Claudio Vesselli, e Giuseppe Porcarelli, legale rappresentante dell’omonima ditta che ha ottenuto in affitto da Colari nel 2016 il ramo d’azienda relativo al tritovagliatore di Rocca Cencia. Regione Lazio, Roma Capitale e Ama spa si sono costituite parti civili.