La prima puntata del talent di Sky con la giuria rinnovata punta a incidere sul difficilissimo mercato discografico e lo fa tenendosi (per ora) lontano dalla trap. Tutti pazzi per la sedicenne Kimono che ha già partecipato lo scorso anno a “Sanremo Young”
E’ molto difficile, considerando il panorama musicale attuale, riuscire ad identificare nuovi talenti, nuovi interpreti, nuovi cantautori o nuovi rapper. Diciamoci la verità, dopo tredici anni di “X Factor”, diciotto di “Amici di Maria De Filippi” e qualche incursione di “The Voice Of Italy” è davvero una missione impossibile scovare e lanciare la nuova stella della musica. Ormai le stelle dei talent durano la “fiammata” di qualche mese, poi stretti dallo stream di Spotify, dalla trap e da fenomeni come Ultimo, scompaiono per dare spazio alla meteora successiva. Ci sono annate buone (rare) e annate meno buone (più frequenti). Eppure ieri sera, durante la prima puntata delle Audizioni di “X Factor” qualcosa è emerso. Non si grida certo al miracolo, però c’è da dire che stavolta sembra che la strada sia quella giusta.
“Volete la fama e avete bisogno di qualcuno che vi dica bravo, ma per avere tutto questo almeno bisognerebbe saper cantare”. E’ uno dei passaggi dell’incipit ironico e tagliente del conduttore Alessandro Cattelan (quest’anno promosso ad autore) che nasconde una amara verità. Un modo anche per mettere le mani avanti su quello che vedremo da ora fino all’inizio del Live il 24 ottobre. Il lavoro sporco lo fa la giuria, quest’anno composta dalla veterana Mara Maionchi (che è sembrata un po’ stanca) e le new entry Malika Ayane (dolce ma pungente, sorpresa della serata), Sfera Ebbasta (il “cocco” della produzione, lo si evince dal montaggio) e Samuel dei Subsonica (il più sottotono, con la speranza prenda ritmo nelle puntate successive). Selezioni ancora più dure perché i concorrenti che alle Audizioni riceveranno quattro sì dai giudici accederanno al Bootcamp. Quelli che riceveranno tre sì su quattro, invece, non avranno la certezza di affrontare la Sfida delle Sedie. Al termine delle Audizioni, infatti, i giudici si riuniranno per scegliere tra i cantanti che hanno ricevuto tre sì quelli davvero meritevoli di accedere al Bootcamp.
Già con il primo concorrente (che ha ricevuto quattro sì) sembra molto chiara la direzione artistica che vuole prendere il talent di Sky Uno. Enrico Di Lauro è un artista di strada che ha proposto “Thinking Out Loud” di Ed Sheeran. Se lo scorso anno a tutti i costi si voleva marcare la strada del rap, quest’anno si torna al cantautorato puro. Altra concorrente che ha buone chance di arrivare fino in fondo è la marocchina Mariam Rouass, parrucchiera di 18 anni, che ha proposto la sua versione personale di “Gioventù bruciata” di Mahmood. La storia già c’è: il padre è contrario alla sua carriera come cantante.
E poi c’è la piccola (ha solo 16 anni) Sofia Tornambene, nome d’arte Kimono, che ha presentato un pezzo inedito “A domani per sempre”. Voce sicura, testo e melodia d’impatto, Sofia colpisce subito per la sua dolcezza, al tempo stesso per una malinconia nascosta. Sui social, in primis Antonella Clerici, il suo nome è balzato alla memoria perché ha partecipato a “Sanremo Young” lo scorso anno. C’è da dire che per la sua storia, l’età e la capacità di scrittura oltre che interpretativa, Kimono si riallaccia allo stile di Francesca Michielin, che vinse il talent proprio a 16 anni.
Chiudono la prima carrellata delle Audizioni, il cantautore Cometa (per la quota indie) e l’interessante duo Seawards (per la quota gruppi). Non sono mancati i fenomeni alla “Italia’s Got Talent” come Silvia De Sario, “nota” come Dj Nikita, che ha fatto scatenare la platea con un karaoke collettivo sulle note di “Bailando” di Paradisio. Asticella alta del trash con “Cubista” proposta da Valentina Mazza. E la quota trap dov’è? Mancano ancora due puntate di Audizioni, il materiale su cui sviluppare un discorso artistico e discografico a quanto pare non manca, per la trap c’è tempo.