Politica

Pd, Zingaretti: “Scindersi sarebbe errore gravissimo. Amici con l’M5s? No, ma siamo ex avversari. Alleati contro la politica dell’odio”

Il segretario dem ha parlato alla festa dell'Unità di Torino. "Si cambia idea se c'è un buon motivo per farlo. E il motivo è riaccendere l'economia italiana". E sulle regionali sottolinea la linea del partito di voler fare passi avanti: "Troviamo punti e governiamo l'Italia"

La scissione “sarebbe un errore gravissimo” e il Movimento 5 stelle non è un amico, “ma un ex avversario”. Così dal palco della festa dell’Unità di Torino, il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, si rivolge agli attivisti del centro sinistra.

Scissione? Spero di no perché un Pd unito serve alla democrazia italiana e serve alla stabilità del Governo – prosegue il dem – Serve un partito totalmente nuovo che si rifonda. È durissima ma questo lo dovremo fare. Dividersi in questo momento è un gravissimo errore che l’Italia non capirebbe”. “La nostra storia ci ha insegnato che quando ci dividiamo quasi sempre perdiamo”, continua, sottolineando come la storia non vada “censurata o rimossa”, ma debba essere un qualcosa a cui “guardare per vivere meglio il futuro”. Il segretario parla anche di percentuali. “A marzo 2028 ricordo un Pd al 18%, un Pd marginale, un centrodestra unito e un governo gialloverde trionfante che stava conquistando la maggioranza del paese – dice – Ora vedo un Pd intorno al 24%, che è tornato a essere il partito più votato dai giovani, che governa il paese”.

Poi Zingaretti parla del nuovo esecutivo che ha visto allearsi due eterni “nemici”, i dem, appunto, e la compagine del Movimento 5 stelle. “Si cambia idea se c’è un buon motivo per farlo – dice – Un buon motivo è riaccendere l’economia italiana. Ci sono troppi disoccupati, la crescita è zero, c’è un degrado civile insopportabile, e solo il fatto che Salvini se n’è andato dal Governo, l’altra settimana ha fatto guadagnare agli italiani 900 milioni di euro. Io faccio quello che è meglio per l’Italia”. Poi spiega il nuovo rapporto con i 5 stelle, sottolineando, però, che “non siamo diventati amici, siamo ex avversari“. Una linea che, sostiene il segretario, è comune, almeno nella lotta “alla politica dell’odio che stava distruggendo l’Italia”. “È per fermarlo che abbiamo costruito questo governo che, anziché cavalcare la rabbia dei cittadini ha deciso di cercare delle soluzioni con il buon governo”, conclude.

Il segretario poi, riferendosi alle prossime elezioni regionali, sottolinea la necessità di fare passi avanti. “Nel rapporto con il 5 stelle lasciamo perdere le giunte già insediate (io sono di Roma e parlo a Torino, lo sapete bene). Parliamo dei processi politici futuri: dobbiamo superare il modello di contemplazione delle differenze con i 5 stelle. Troviamo punti su cui si possono fare passi avanti e governiamo l’Italia. E nelle regioni dobbiamo con la stessa serenità e serietà capire come riaprire dei processi”. E su eventuali alleanze a livello territoriale, Zingaretti, a margine dell’evento specifica che “il metodo giusto è quello che si sta seguendo, nessuna imposizione di modelli calati dall’alto che sarebbe un errore gravissimo”, ma un’analisi “territorio per territorio”, facendo un “confronto su ciò che è meglio per garantire ai territori il buon governo”. L’obiettivo è “puntare al merito” e non “alla fedeltà” come fatto fino ad oggi, sottolinea il dem, sollecitando a “uscire dall’idea di soddisfazione solo se io nella mia condizione sono pienamente rappresentato. Si può essere rappresentati da un bellissimo noi”. Parlando poi dell’imminente voto in Umbria Zingaretti sottolinea che “si è aperto un processo che io credo positivo, di avvicinamento delle posizioni che ovviamente va incoraggiato. Noi lo abbiamo detto subito e le parole oggi dette da Di Maio sono un segnale importante. Dobbiamo dimostrare anche in questo di rispettare i processi politici per il bene dei territori”.

Critica la posizione del segretario dem nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, colpevole, di “aver tradito il Nord del Paese”. “In quei 15 mesi di governo c’è stato arretramento produttivo, economico e sociale di tutto il Paese, ma anche del Nord; e non ha ottenuto l’autonomia. Noi dobbiamo recuperare il Nord e il Sud del Paese – conclude- unendolo in un progetto nazionale”.