Cita Oriana Fallaci, Rosario Livatino, Giovanni Paolo II ed Enzo Ferrari. E dal palco di Pontida chiarisce che l’obiettivo per i prossimi mesi, nelle regioni dove “30 italiani torneranno al voto” è uno soltanto: “Vincere”. Matteo Salvini parla davanti a migliaia di persone e annuncia battaglia sul decreto sicurezza e sul maggioritario. Arriva sulle note di Nessun dorma e, prima di entrare nel vivo, scende dal palco per raccogliersi davanti all’Albero della vita, dedicato a tutti i leghisti che sono morti. “Questa è l’Italia che non chiede l’elemosina ma che chiede lavoro e dignità per i suoi figli. Sfideremo i traditori chiusi nel palazzo. Questa è una delle Pontida più belle di sempre. Col coraggio di essere liberi” perché “il popolo italiano non è schiavo di nessuno”. Poi attacca il presidente del Consiglio che “ha svenduto il suo Paese”, mentre “la Merkel difende il suo popolo”. Lo stesso Conte che è andato “nelle zone terremotate senza incontrare i terremotati. Che profonda vergogna. Gli avrebbero chiesto del nulla che il signor Conte ha fatto per un anno”.
E si scaglia contro la maggioranza giallorossa. “Mi spiace che la rivoluzione dei 5 Stelle si trasformi in una svendita in Umbria” dice riferendosi all’ipotesi di alleanze tra il Movimento e il Partito democratico alle regionali del 27 ottobre. Ribadisce che la Lega non sarà “mai col Pd finché campiamo” e spera che i testi di Oriana Fallaci diventino “testi di studio” obbligatori a scuola. Contrappone la scrittrice ai “tifosi esterofili di una comunista come Carola Rackete: due idee di futuro rispettabili ma innegabilmente diverse. Lei mi ha denunciato – ha detto ancora – non vedo l’ora di andare a processo per guardarla in faccia a testa alta”. Cita Giovanni Paolo II quando da Santiago de Compostela disse che l’Europa “o è cristiana o non è”, Enzo Ferrari che “non fu ritenuto degno di fare il senatore a vita, mentre degli abusivi non eletti da nessuno sì, che hanno votato un governo di traditori”. Ma anche Rosario Livatino che “quasi 40 anni fa scriveva che sarebbe stato opportuno che i giudici rinunciassero alle elezioni, e che se lo avessero fatto si sarebbero dovuti dimettere dalle cariche giudiziarie“. Passa al tema migranti, ricordando gli sbarchi della Ocean Viking e quelli avvenuti nella notte a Lampedusa e puntualizza che “razzisti, schiavisti e colonialisti stanno a sinistra: i comunisti di oggi non parlano più agli operai ma ai banchieri”. E omaggia anche Bossi e Maroni “che non si sono mai arresi: la forza della Lega è la compattezza. Se si perde qualche falso amico meglio così, vuol dire che era un poltronaro“.
Giustifica la scelta di staccare la spina al governo e nonostante questo, continua, “oggi senza sette ministeri celebriamo la nostra vittoria perché se avessimo tenuto sotto il sedere sette poltrone senza fare quello che avevamo promesso, avremmo celebrato la nostra vittoria di oggi e la nostra sconfitta di domani“. Il Conte 2 ha già cancellato la flat tax, ma Salvini promette che sarà il primo provvedimento della Lega al governo e che sarà al 15%. E “se qualcuno vuole combattere davvero l’evasione fiscale si rivolga a quelle grandi multinazionali che fanno affari in Italia senza pagare le tasse sul nostro territorio o alle finte cooperative che sfruttano lavoratori a 3 euro al giorno. Lì c’è il furto“. Dopo avere annunciato la raccolta di 5 milioni di firme per il referendum per il maggioritario si dice “sicuro” che la Lega riuscirebbe a raccogliere la stessa quantità di firme “se smonteranno i decreti sicurezza, per difendere i nostri confini”. E prima di concludere salgono sul palco anche i bambini e una ragazzina, Greta, che “dopo un anno è tornata a casa”. Un riferimento indiretto al caso di Bibbiano che Lucia Borgonzoni, deputata a fianco di Salvini sul palco a Pontida, ha sollevato anche in aula nel giorno della fiducia per il Conte 2.
Salvini era arrivato a Pontida già ieri dove aveva parlato davanti ai giovani della Lega dopo l’assemblea coi governatori e gli amministratori locali del centrodestra e del Carroccio. Dai manifestanti erano partiti insulti a Gad Lerner mentre un cronista di Repubblica è stato aggredito. Offese dai giovani anche a Luigi Di Maio mentre l’ex ministro dell’Interno parlando ai giornalisti prima del suo intervento dal palco ha preso le distanze dalle dichiarazioni del deputato veronese Vito Comencini, che di Mattarella ha detto “mi fa schifo”. “Possono essere sbagliati i toni, bisogna sempre portare rispetto. Sicuramente, sono state scelte che non corrispondono alla volontà popolare, nelle ultime settimane. Io non uso l’insulto e propongo agli italiani un cambiamento”, ha detto Salvini. Ha ricordato ancora una volta l’urgenza di cambiare la legge elettorale in senso totalmente maggioritario aggiungendo che gli alleati di centrodestra, Berlusconi e Meloni, sono d’accordo con lui.