Cultura

Amedeo Modigliani torna a Livorno, dal 7 novembre una mostra con i suoi capolavori. Il Comune: “Era uno di noi ed è stato il più grande”

Accordo tra il sindaco e Marc Restellini, uno dei più grandi esperti dell'artista livornese, a cent'anni dalla morte. Salvetti: "Torna a casa, come avrebbe voluto fare proprio in quel 1920 in cui la vita lo ha lasciato". In esposizione 120 opere della Ecole de Paris

di F. Q.

Livorno dà gloria soltanto all’esilio e ai morti la celebrità, cantava parlando proprio di lui Vinicio Capossela. Ma Livorno, la sua città, per parecchio tempo si è un po’ dimenticata o comunque non è riuscita a dare gloria al suo cittadino più illustre. Ma ora, a quasi cent’anni dalla morte, lo spirito di Amedeo Modigliani torna con tutta la sua grandezza nella città toscana, dov’è nato, in via Roma, e si è formato: dal 7 novembre una grande retrospettiva su Dedo resterà al museo della Città, nel quartiere della Venezia. Modigliani e l’avventura di Montparnasse – La collezione Jonas Netter – che resterà in allestimento fino al 16 febbraio, riunirà 120 opere della cosiddetta Ecole de Paris e tra queste 14 dipinti di Modigliani e 12 disegni.

La mostra è organizzata dal Comune di Livorno insieme all’Istituto Restellini di Parigi, guidato da Marc Restellini, storico dell’arte e direttore di musei francesi, uno dei massimi esperti e specialisti delle opere del pittore livornese. Restellini ha firmato il contratto oggi a Livorno insieme al sindaco Luca Salvetti e all’assessore alla Cultura Simone Lenzi. E’ l’Istituto Restellini a gestire la collezione Jonas Netter, una delle più prestigiose di Modigliani, perché formata dal primo collezionista e sostenitore del pittore, Netter appunto. Restellini, peraltro, è anche l’ideatore di un progetto unico dedicato all’opera di Amedeo Modigliani: un catalogo ragionato, realizzato sia grazie a tecnologie innovative, sia grazie a un approccio scientifico originale.

“Amedeo Modigliani torna nella sua Livorno, dove è nato e si è formato artisticamente – dice il sindaco Salvetti – Avrebbe voluto farlo in quel lontano 1920, in cui la vita lo ha lasciato, avrebbe voluto tornare a vivere a Livorno con la sua Jeanne. Lo aveva detto agli amici pittori, a Parigi in molti sapevano. Ma la sorte ha avuto altre mire per lui. Ma a 100 anni dalla morte siamo riusciti, con grande coraggio, a far tornare l’anima di Dedo nella sua città. Anima rappresentata dalle sue opere, le più belle, che per quattro mesi troveranno dimora nelle sale del Museo della Città”. “Mi auguro – aggiunge Lenzi – che la mostra sia di stimolo ai livornesi per conoscere e capire il genio del loro concittadino , ma che sia anche un ulteriore occasione (anche per chi già conosce la sua arte) per approfondire la conoscenza della sua personalità che porta i segni della labronicità: era uno di noi, ed è stato il più grande“.

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