Livorno dà gloria soltanto all’esilio e ai morti la celebrità, cantava parlando proprio di lui Vinicio Capossela. Ma Livorno, la sua città, per parecchio tempo si è un po’ dimenticata o comunque non è riuscita a dare gloria al suo cittadino più illustre. Ma ora, a quasi cent’anni dalla morte, lo spirito di Amedeo Modigliani torna con tutta la sua grandezza nella città toscana, dov’è nato, in via Roma, e si è formato: dal 7 novembre una grande retrospettiva su Dedo resterà al museo della Città, nel quartiere della Venezia. Modigliani e l’avventura di Montparnasse – La collezione Jonas Netter – che resterà in allestimento fino al 16 febbraio, riunirà 120 opere della cosiddetta Ecole de Paris e tra queste 14 dipinti di Modigliani e 12 disegni.
La mostra è organizzata dal Comune di Livorno insieme all’Istituto Restellini di Parigi, guidato da Marc Restellini, storico dell’arte e direttore di musei francesi, uno dei massimi esperti e specialisti delle opere del pittore livornese. Restellini ha firmato il contratto oggi a Livorno insieme al sindaco Luca Salvetti e all’assessore alla Cultura Simone Lenzi. E’ l’Istituto Restellini a gestire la collezione Jonas Netter, una delle più prestigiose di Modigliani, perché formata dal primo collezionista e sostenitore del pittore, Netter appunto. Restellini, peraltro, è anche l’ideatore di un progetto unico dedicato all’opera di Amedeo Modigliani: un catalogo ragionato, realizzato sia grazie a tecnologie innovative, sia grazie a un approccio scientifico originale.
“Amedeo Modigliani torna nella sua Livorno, dove è nato e si è formato artisticamente – dice il sindaco Salvetti – Avrebbe voluto farlo in quel lontano 1920, in cui la vita lo ha lasciato, avrebbe voluto tornare a vivere a Livorno con la sua Jeanne. Lo aveva detto agli amici pittori, a Parigi in molti sapevano. Ma la sorte ha avuto altre mire per lui. Ma a 100 anni dalla morte siamo riusciti, con grande coraggio, a far tornare l’anima di Dedo nella sua città. Anima rappresentata dalle sue opere, le più belle, che per quattro mesi troveranno dimora nelle sale del Museo della Città”. “Mi auguro – aggiunge Lenzi – che la mostra sia di stimolo ai livornesi per conoscere e capire il genio del loro concittadino , ma che sia anche un ulteriore occasione (anche per chi già conosce la sua arte) per approfondire la conoscenza della sua personalità che porta i segni della labronicità: era uno di noi, ed è stato il più grande“.