Lui, che ha appena compiuto 80 anni, ha confessato di non esser riuscito ad assistere al suo funerale ma di averlo osservato da lontano, dalla curva che porta a casa sua: “Già quando morì mia madre non andai"
“Ti torna in mente tutto, scorri una vita insieme. Dopo, la musica mi ha aiutato. Mi ha tenuto impegnato. Non sei mai preparato, anche se la malattia c’era da un anno. Alti e bassi di speranza. Ti dicono: a Milano c’è un medico, in America ce n’è uno più bravo. Ti dicono ‘è operabile’ e poi non è più operabile. Poi: non c’è niente da fare. Ma a Roma dicono: non è vero. Ed è un’altra trafila, un altro barlume. Invece, ‘no, portatela a casa’. Passano due mesi, tre. E solo quando non c’è più, senti la mancanza profonda”. A dirlo in un’intervista al Corriere della Sera è Peppino di Capri che quest’estate ha perso la moglie Giuliana, morta dopo una malattia durata un anno.
Lui, che ha appena compiuto 80 anni, ha confessato di non esser riuscito ad assistere al suo funerale ma di averlo osservato da lontano, dalla curva che porta a casa sua: “Già quando morì mia madre non andai. Volevo ricordarla viva, bellissima quando cantava a squarciagola e puliva la casa. Erano canzoni napoletane, una più bella d’altra. Mi tornarono in mente quando dal ’58 incisi i primi dischi e le spumeggiai, le rifeci rock”, ha raccontato. In quel momento, ha spiegato il cantante, “ti torna in mente tutto, scorri una vita insieme”.