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Autoscuole in sciopero contro l’introduzione dell’Iva al 22%. Unasca: “La politica eviti la retroattività”

L’Agenzia delle Entrate, con la Risoluzione 79 del 2 settembre scorso, ha recepito la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 marzo di quest'anno che non riconosce l’insegnamento delle autoscuole al pari di scuole o università e perciò, le sottopone all’imponibilità Iva

Le autoscuole vanno in sciopero. Mercoledì sospenderanno le lezioni e le loro attività, così come il 50% degli esami di guida previsti nelle autoscuole associate, per protestare contro l’introduzione dell’Iva al 22 per cento sulle patenti e il recupero retroattivo dell’imposta su tutti i corsi già effettuati sino al 2014. Un cambio di marcia sul regime fiscale deciso dall’Agenzia delle Entrate. La Risoluzione 79 del 2 settembre scorso ha recepito la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 marzo di quest’anno che non riconosce l’insegnamento delle autoscuole al pari di scuole o università e sancisce, perciò, che debba essere sottoposto all’imponibilità Iva, obbligando inoltre a un’integrazione delle dichiarazioni dei redditi sulle ultime cinque annualità fiscali aperte. L’esenzione Iva era in vigore dal 1972.

A chiudere le saracinesche saranno 3.500 autoscuole aderenti all’Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica (Unasca) e Confederazione autoscuole riunite e consulenti automobilistici (Confarca), mentre le non associate resteranno aperte normalmente. Le conseguenze della Risoluzione 79, secondo i due enti, non saranno indolore: tra le difficoltà l’impossibilità di recuperare l’aliquota Iva sugli ex allievi che hanno pagato quanto pattuito secondo i listini degli anni scorsi quando vigeva per legge l’esenzione, senza contare le conseguenze legate alla sicurezza stradale con il calo drastico delle ore di guida degli allievi nel rapporto tra budget previsto e aumento delle tariffe delle autoscuole.

“Mentre arrivano le conferme che i primi accertamenti fiscali sono già iniziati – dichiara Emilio Patella, segretario nazionale delle autoscuole Unasca – le nostre attività si interrogano su come far fronte alla minaccia del recupero di cinque anni di Iva mai incassata. La stima, al ribasso, è di circa 110mila euro per ciascuna delle settemila autoscuole attive in Italia. Significa vendere la casa. Voglio sperare che la politica sia in grado di evitare questa macelleria sociale con un intervento veloce che ribadisca la certezza del diritto e la possibilità di formare le persone alla sicurezza stradale”. Gli fa eco Paolo Colangelo, presidente della Confarca: “Con la retroattività saranno coinvolti quasi quattro milioni di conducenti che già hanno conseguito le patenti, ovvero quei cittadini che potrebbero vedersi richiedere all’improvviso l’Iva per il conseguimento del documento di guida. Troviamo assurdo e surreale permettere che ciò avvenga. Protesteremo contro una scellerata risoluzione dell’Agenzia delle Entrate”.