Ci sono “probabilità molto alte” che l’attacco aereo scagliato nel fine settimana all’industria petrolifera dell’Arabia Saudita sia stato lanciato da una base in Iran, vicino al confine con l’Iraq. E’ quanto hanno stabilito gli investigatori americani e sauditi, secondo quanto riporta la Cnn che cita fonti a conoscenza delle indagini. L’attacco, scrive l’emittente statunitense, ha coinvolto missili cruise che volano a bassa quota, secondo quanto riferito dalla fonte, e la loro traiettoria proveniva dal nord del complesso saudita di Abqaiq, che è stato colpito da più di una dozzina di missili nelle prime ore di sabato mattina. La fonte, aggiunge la Cnn, esclude che i missili provenissero da una zona meridionale e soprattutto da uno stato così lontano come lo Yemen.

Le cancellerie occidentali predicano prudenza. “Riguardo alle origini degli attacchi, che naturalmente condanniamo, dobbiamo aspettare e vedere cosa scoprirà l’intelligence”, ha detto la cancelliera Angela Merkel in conferenza stampa a Berlino, a margine di un incontro bilaterale con il re Abdullah II di Giordania. “Al momento non abbiamo ancora una posizione definitiva ma credo che tutto vada considerato nel contesto delle tensioni nella regione”, ha proseguito Merkel. Nella discussione sulle trattative con l’Iran la cancelliera ha precisato che l’accordo sul nucleare firmato con gli Usa nel 2015 e ricusato da Donald Trump è una componente che può essere anche superata attraverso dialogo. “Il Jcopa (Joint Comprehensive Plan of action) può essere una componente su cui tornare ma ci sono una serie di vincoli creati dall’Iran” e “dobbiamo discutere una serie di questioni, ma siamo favorevoli ad un processo diplomatico, che stiamo portando avanti” ha detto la cancelliera. Sul tema dell’accordo sul nucleare iraniano (Jcpoa) finora gli appelli del ministro degli Esteri tedesco si erano sempre indirizzati ad un ripristino dell’accordo.

Più netta la presa di posizione di Parigi: “Occorre ridurre l’escalation con l’Iran per costruire una pace giusta e globale nella regione e prevenire un confronto militare”, ha affermato al Cairo il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, parlando in una conferenza stampa dopo un incontro con il suo omologo egiziano, Sameh Shoukri. Le Drian ha ricordato l’opera di mediazione che Parigi conduce da mesi per cercare una soluzione al braccio di ferro sul nucleare e convincere Teheran a tornare al rispetto integrale degli obblighi previsti dall’accordo del 2015, anche se gli Usa ne sono usciti lo scorso anno imponendo pesanti sanzioni a Teheran. “L’Iran – ha sottolineato il capo della diplomazia francese – deve rispettare i suoi impegni e non procedere ad una escalation militare, e tutti noi dobbiamo rispettare i nostri impegni”.

Allo stesso tempo Le Drian ha assicurato che la Francia “sostiene l’Arabia Saudita“, dopo gli attacchi subiti alle sue installazioni petrolifere, e ha aggiunto che Riad “ha pieno diritto di mettere in sicurezza le sue frontiere marittime”. Da parte sua Shoukri ha detto che l’Egitto segue da vicino “gli sviluppi della situazione e gli sforzi messi in atto per evitare uno scontro armato le cui ripercussioni sulla regione sarebbero gravi”. “Noi siamo in grado – ha aggiunto il capo della diplomazia del Cairo – di difendere la sicurezza araba e quella del Golfo, perché la sicurezza del Golfo è parte integrante della sicurezza nazionale egiziana”.

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