“L’addio di Renzi al Pd? Mi pare che sia una grande operazione tattica e ‘proporzionalista’. Il punto è che con il proporzionale il Pd non ci sarà più. Se non c’è più un sistema elettorale che polarizzi su grandi partiti, è normale che ognuno si metta in proprio. Mi pare che sia questo il messaggio di Renzi e di Calenda“. E’ il commento pronunciato a “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus) dal fondatore di Possibile, Giuseppe Civati, circa la scissione di Matteo Renzi dal Pd.
E aggiunge, ironizzando sull’europarlamentare di Siamo Europei: “Nel giro di una settimana, sono nati due partiti, peraltro molto simili tra di loro. Secondo me, oggi Calenda sta passando una brutta giornata. Devo mandargli un messaggio di solidarietà. La decisione di Renzi è tutt’altro che banale, l’intervista di oggi a Repubblica è tanta roba. La sua idea di sempre è quella di stare al centro, anche perché adesso al centro c’è il M5s ed è legittimo che forze moderate vogliano essere l’ago della bilancia, anche se, nel caso di Renzi e di Calenda, sarebbe più opportuno dire ‘ego della bilancia’“.
Civati puntualizza: “Io conservo la mia distanza a volte siderale dalle opinioni di Renzi, come ha rimarcato lui stesso oggi nell’intervista a Repubblica, rivendicando il Jobs Act e facendo presagire anche una arietta di crisi. La verità è che quando faranno la legge proporzionale, si tornerà a votare. E’ abbastanza chiaro. Se Salvini continuerà a sbraitare, secondo me, si isola sempre di più. Quello che abbiamo visto a Pontida non è da uomo di governo, ma non è neanche da opposizione lungimirante. Se il governo giallorosso sarà capace di spostare la scelta del tema rispetto a quelli di Salvini, guadagnerà sicuramente uno spazio che adesso non c’è. Finora – continua – abbiamo giocato con il pallone di Salvini, con le regole di Salvini, con le parole di Salvini, mentre i 5 Stelle facevano i raccattapalle di Salvini nello stadio di Salvini. Si è parlato di lui come di un fenomeno nuovo ed eversivo, quando, in realtà, è antichissimo, visto che mi ricordo Salvini sulla poltrona quando io ancora andavo al liceo. Quindi, cambiare stadio, cambiare campo, cambiare regole del gioco forse è la cosa giusta da fare. E lo dico ben sapendo che questo governo, per come si rappresenta, è un pericolo per se stesso, perché ha in sé molte contraddizioni che verranno fuori. La strada non sarà facile”.
L’ex deputato dem osserva: “I 5 Stelle cosa diranno di questa operazione di Renzi? Mentre c’è il dibattito nel Pd, io vorrei anche capire il dibattito dall’altra parte, perché è speculare. Secondo me, la cosa che manca nell’intervista di Renzi è il tema ambientale, un argomento importantissimo su cui magari questo governo potrebbe trovare una linea. Renzi indubbiamente rappresenterà un centro liberale, non so se con Calenda o contro. Poi ci sarà una forza più socialisteggiante come il Pd e infine c’è tutto un mondo in cui mi trovo io, spazio che in questi anni è stato mortificato dal dibattito interno alle correnti del Pd“.
Chiosa ironica su Dario Franceschini, citato da Renzi nell’intervista a Repubblica (“Il mio amico Franceschini me lo ha scritto ieri sera via sms. Uscirai dal Pd e non ti considererà più nessuno”): “Quel messaggio mandato da Franceschini a Renzi è fantastico. Franceschini è eterno, un ministro seriale. Gioca sia col modulo di Allegri, che con quello di Sarri, ma soprattutto con quello di Conte”.