Il virus della West Nile (Febbre del Nilo) è stato isolato in un volatile ritrovato morto nelle campagne di Escovedu, frazione di Usellus (Oristano). Per questo il Centro nazionale sangue ha emesso un bollettino per le misure di prevenzione ovvero l’utilizzo del test sul sangue donato. Il centro fa riferimento al ministero della Salute e opera presso l’Istituto Superiore di Sanità e svolge funzioni di coordinamento e controllo tecnico-scientifico del sistema trasfusionale. Lo stesso provvedimento era stato adottato il 6 settembre per la provincia di Vercelli perché era stata riscontrata la positività per il virus in un pool di zanzare.
Il virus viene trasmesso dalle zanzare, che vivono sia in ambiente rurale che in ambiente urbano. Lo scorso anno in Italia e in altri Paesi dell’Europa centro-meridionale, è stato registrato un aumento della circolazione del West Nile. Solo nel nostro Paese l’infezione ha provocato 595 casi umani, di cui 238 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva con 237 casi autoctoni distribuiti in sei regioni (Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia) e un caso importato. Analogamente, la sorveglianza veterinaria ha rilevato un aumento della circolazione del WNV in zanzare, uccelli e cavalli in nove regioni italiane (Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Lazio, Basilicata e Puglia). I focolai più comuni possono essere acquitrini, risaie, cisterne, depuratori, vasche e fontane ornamentali, tombini, grondaie e anche piccole raccolte di acqua temporanee, come barattoli vuoti, sottovasi e contenitori senza coperchio.