Ci starà pensando seriamente Klopp a farsi scegliere come erede di Ancelotti per guidare il Napoli in modo da non incontrarlo più in Champions. Eh già, perché se non è Insigne, stavolta sono Mertens e Llorente a punire il tecnico tedesco al San Paolo per la terza volta su tre gare in cui ci mette piede. Ed è un gran bel Napoli quello che regola per 2 a 0 i campioni d’Europa, sebbene durante la gara d’esordio in Champions emerga la miglior condizione del Liverpool che viene da 6 vittorie consecutive tra Premier e Supercoppa Europea e un Napoli ancora appesantito in alcuni uomini chiave come Insigne, Fabian e Manolas. Ma già la scelta iniziale di Ancelotti di rinunciare all’assetto classico anti big, con Maksimovic in supporto ai due centrali, schierando invece Di Lorenzo che per aspetto e malizia pare già scugnizzo partenopeo, lascia percepire che il Napoli ci crede e fa bene.
D’altronde sono le partite di Ancelotti: lo scorso anno proprio Liverpool e Psg tremarono al cospetto di un Napoli più formato europeo che da Serie A. E Carletto le azzecca tutte: buttando dentro Mario Rui dall’inizio, nonostante nelle economie del tifo i gettoni siano quasi totalmente per Goulahm, col portoghese che farà una gara mostruosa, annullando Salah, non uno qualsiasi. Idem Di Lorenzo, fino all’altro ieri a Matera a contrastare ali di Serie C, stasera serafico nel contenere il solitamente incontenibile Manè. Oltre a loro, ecco un Koulibaly tornato a livelli eccelsi come il suo dirimpettaio Van Dijk (dimostrandosi altrettanto “indribblabile”) e un Meret da nazionale.
Come lo scorso anno gli azzurri contengono per ottanta minuti i reds, rischiando il vantaggio con Mertens che però trova Adrian sulla strada, formato miracolo come e più di Alisson, già prodigioso contro gli azzurri lo scorso anno. È Callejon che trova il guizzo vincente, superando Robertson e cadendo molto generosamente sul tocco per la verità leggero dello scozzese: l’arbitro e il Var non hanno nulla da eccepire e Mertens batte Adrian regalando il vantaggio e regalandosi il 113esimo gol in azzurro. Due in meno di Maradona, otto meno di Hamsik, il più prolifico della storia. Llorente la chiude al 91esimo regalando la gioia al San Paolo e mettendo decisamente in discesa la strada per la qualificazione: stavolta il girone azzurro non è il solito bagno di sangue e le altre avversarie, Salisburgo e Genk (6 a 2 per gli austriaci stasera) lasciano ben sperare per il prosieguo del cammino europeo di Mertens e compagni.