Cultura

Pordenone, oltre cento opere d’arte mancano all’appello. “E capolavori di Picasso e Chagall mai esposti”. Il Comune: “In mostra l’anno prossimo”

Da una parte l'inchiesta dei carabinieri su oltre cento quadri che dopo un inventario non si trovano più (per l'assessore la loro assenza risale alla Prima guerra mondiale). Dall'altra 41 dipinti dei più grandi artisti del Novecento chiusi in un caveau. Ma l'amministrazione assicura: "Sono ben conservati ed è in preparazione un'esposizione"

di Simone Bacchetta

Decine di opere d’arte scomparse da un museo, un’inchiesta della Procura, la sparizione che probabilmente affonda le radici a fatti di cent’anni fa, ai tempi della prima guerra mondiale. Succede a Pordenone, dove l’estate è passata tra esposti, interrogazioni, lettere, precisazioni intorno al museo cittadino. All’appello, secondo i dati degli ultimi inventari, mancano 140 opere, delle quali 35 sono state ritrovate: erano in scuole, uffici comunali, altre sedi dell’amministrazione in città. Tutto iniziò nel 2013 quando l’allora conservatrice del museo Isabella Reale decise un inventario dopo il quale partì una prima segnalazione del Comune (allora guidato dal centrosinistra) alla magistratura che due anni dopo fu rinnovata dal nuovo sindaco di centrodestra Alessandro Ciriani, attualmente alla guida del municipio di Pordenone. A primavera, però, il caso è tornato sotto i riflettori per l’interessamento del gruppo consiliare del M5s che ha sollecitato anche la Soprintendenza ai Beni culturali. Il capogruppo Samuele Stefanoni ha anche presentato un esposto in Procura e alcune settimane fa sono iniziati gli accertamenti del nucleo ispettivo dei carabinieri di Udine. Tra l’altro i Cinquestelle hanno anche interessato il ministero con una lettera inviata all’allora ministro Alberto Bonisoli e un’interrogazione del deputato Luca Sut.

Tra le opere ancora mancanti ci sono collezioni preziose e tra i quadri ci sono opere di Amalteo, Grigoletti, Pizzinato, Bordini, Zuccheri, Florian, Licata, Zigaina. Gran parte delle sparizioni di opere è stata confermata dal Comune. Ma il Comune, denunciano i Cinquestelle di Pordenone, “non ha più dato informazioni, anche a fronte di accesso agli atti ed interrogazioni”. A ilfattoquotidiano.it l’assessore alla Cultura Pietro Tropeano spiega: “Si tratta di ammanchi che risalgono alla prima guerra mondiale. Allora non vi era alcun registro e le opere che venivano donate spesso non rientravano in possesso al Comune. E questa prassi andò avanti fino agli anni Sessanta”. Le opere importanti, precisa, su 140 sono una dozzina.

Ma non finisce qui. Stefanoni e gli altri consiglieri M5s Mara Turani, Danilo Toneguzzi e Carla Lotto dicono che il Comune non mette in esposizione altri 41 capolavori di Fontana, Picasso, Braque, Dubuffett, Chagall, De Chirico, Guttuso, Sironi che fanno parte della collezione Ruini e non sono state esposte in alcuna sala museale. La preoccupazione dei Cinque Stelle è di conoscere lo stato di conservazione di questi quadri, che fanno parte della collezione Ruini, che il Comune friulano acquisì quasi 20 anni fa, grazie alla Regione Friuli Venezia Giulia che mise sul piatto un contributo di un miliardo. Un’operazione preliminare all’apertura della Galleria d’arte moderna e contemporanea “Armando Pizzinato-Parco”, inaugurata nel 2010 e chiusa sette anni dopo, nel novembre del 2017. “Polemica sterile”, per l’assessore Tropeano. “Le opere della collezione ‘stanno bene’. Si trovano nel caveau del Comune e l’anno prossimo verranno esposte in una mostra che allestiremo al museo civico”. Tropeano rilancia: “Parliamo di cose serie, per esempio della grande mostra sul Rinascimento, con 85 opere tra affreschi e disegni, in programma da ottobre a febbraio dell’anno venturo”.

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