Succede nel vasto piazzale retrostante la chiesa della Madonna del Passo, in via don Minzoni (anche questo un segno del destino). Per lasciare l’autovettura in sosta in questa zona, non soldi, né oboli classici: ci vogliono azioni dello spirito, preci precise e quantificabili indirizzate alla Madonna e a Cristo
Ad Avezzano, in Abruzzo, nel quartiere di Borgo Pineta, il parcheggio ora si paga con la fede. Grazie a un parchimetro che non va a monete da 50 centesimi o 1 euro, ma a preghiere. Succede nel vasto piazzale retrostante la chiesa della Madonna del Passo, in via don Minzoni (anche questo un segno del destino). Per lasciare l’autovettura in sosta in questa zona, non soldi, né oboli classici: ci vogliono azioni dello spirito, preci precise e quantificabili indirizzate alla Madonna e a Cristo. E il bello è che questo “parchimetro parrocchiale” somiglia in tutto e per tutto a uno comunale vero, con annessa e ben specificata tariffa oraria. Per un’ora di parcheggio, la “somma da stanziare” è di 10 Ave Maria, che lievitano a 20 per due ore, 30 per tre, 40 per quattro. E per uno stop di cinque ore? Be’, qui l’importo giustamente s’impenna: bisogna recitare l’intero santo rosario. Mentre per un quarto d’ora al massimo – della serie “carico e scarico la coscienza” – il costo del parking è liquidabile con un mero Pater Ave Gloria. Le vie del marketing spirituale sono infinite.
In teoria questo parcheggio sui generis sarebbe riservato ai parrocchiani che partecipano alle celebrazioni religiose e alla catechesi. E precluso ai miscredenti. Ma vallo poi a dimostrare, che una volta pregato o fatto finta di pregare uno non se ne vada in un centro scommesse o a farsi un bicchiere ed eviti la confessione, e il sermone. I peccatori sono sempre in agguato, e vanno a benzina pure loro. “Spero che questo gesto, che vuole essere una simpatica esortazione a pregare sia per la Madonna che per Gesù Cristo e a rendere più agevole la frequentazione della chiesa usando il parcheggio interno, stimoli una maggiore partecipazione dei parrocchiani alle funzioni religiose” ha dichiarato don Vincenzo De Mario, il don-ex-machina dell’iniziativa. Un prete che già in passato s’era fatto promotore di escamotage “aziendali” in linea col capitalismo più avanzato. “Diavolerie” a fin di bene. Qualche tempo fa aveva affisso fuori dalla sua parrocchia uno striscione con su scritto: “La Domenica è gratis”. In un’altra occasione aveva distribuito, stavolta all’interno della chiesa, dei volantini su cui stava stampato: “Dio vi ascolta, anche senza cellulari”. In quel caso, la predica virtuale era rivolta ai giovani che non smettono di smanettare sugli smartphone e a farsi le storie su Instagram nemmeno durante la Messa. Se i fedeli si allontanano, non resta che catturarli in qualche modo. C’è posto libero per tutti, nel parcheggio di Dio.