E’ durato circa un’ora il bilaterale tra Giuseppe Conte e Fayez Al Sarraj. Il capo del governo libico di accordo nazionale è arrivato a Palazzo Chigi alle 12, dove è stato accolto dal presidente del Consiglio nel cortile d’onore dell’edificio. L’incontro si è concluso attorno alle 13.10. “Continuiamo a sollecitare tutte le parti in causa ad adottare tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile nel rispetto del diritto internazionale umanitario”, sottolineano al termine del faccia a faccia fonti di Palazzo Chigi in merito alla situazione sul terreno dopo l’attacco sferrato a Tripoli dall’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar. Nell’incontro Conte ha auspicato che Sarraj “possa garantire un forte senso di responsabilità” nella gestione della questione migranti e su quella dei centri di detenzione.

Le fonti sottolineano poi che l’Italia promuove “un approccio inclusivo sia con le componenti libiche, sia con la Comunità internazionale. L’Italia sostiene con coerenza il Governo di Accordo Nazionale quale Governo legittimo ed internazionalmente riconosciuto; nel contempo non possiamo non considerare la Cirenaica e le altre rappresentanze libiche come interlocutori nella ricerca di una soluzione politica”. Un approccio avviato nel novembre dello scorso anno in occasione della Conferenza di Palermo, dove l’Italia aveva tentato di far sedere allo stesso tavolo Al Sarraj e Haftar, riuscendoci solo parzialmente (i due si erano incontrati a margine dell’assemblea principale).

“Nell’incontro di stasera con il presidente Macron, la Libia sarà parte centrale del colloquio”, concludono le fonti. In serata il capo del governo incontrerà il presidente francese, che arriva a Roma per mostrare come, senza sovranisti al governo, Italia e Francia possano voltare pagina e si è fatto precedere dal ringraziamento, fatto filtrare da fonti dell’Eliseo, al presidente Sergio Mattarella che “si è posto in questi ultimi mesi come garante della continuità e della qualità della relazione” franco-italiana. Macron torna ad incontrare Conte a Palazzo Chigi e apre anche a Luigi Di Maio, che fece irritare il presidente incontrando i leader dei gilet gialli. “Oggi è il ministro degli Esteri – dicono le stesse fonti – e ci sono già stati contatti con l’omologo Le Drian. Non commentiamo episodi del passato. La cooperazione prosegue”.

Ma Parigi non arretra di un millimetro sul dossier più spinoso: i migranti. Il nodo principale restano quelli economici, che rappresentano la stragrande maggioranza degli arrivi. Il tema è al centro dell’incontro con Conte, subito dopo il colloquio con Mattarella. E come sta accadendo ormai in tutta Europa, si intreccia con gli interessi nazionali. Macron ha infatti bisogno di dare un segnale forte sull’immigrazione per arginare l’avanzata della Le Pen, mentre il governo giallorosso ne vuole dare uno di discontinuità rispetto all’era Salvini.

Per questo Conte punterebbe a proporre a Macron un vero e proprio pacchetto di iniziative che vanno dal meccanismo di sbarco fino al ricollocamento e al rimpatrio, superando gli accordi bilaterali tra singoli paesi europei e paesi di origine e attivando un meccanismo europeo che valga per tutti e costituisca una garanzia. L’obiettivo, spiegano le fonti, è di raggiungere “uno strumento operativo ed efficiente europeizzato”, che convinca anche paesi come la Francia ad accogliere una quota di migranti senza distinguo, perché tanto poi ci sarà la certezza dei rimpatri di chi non ha diritto all’asilo.

Nel progetto di Conte il pacchetto dovrà essere ampio e prevedere anche gli interventi nei paesi di origine. Resta poi il nodo dei porti di approdo. L’Italia punta almeno ad una rotazione, tra i vari paesi che potrebbero essere coinvolti si pensa a Malta, la Spagna, la Grecia e la Francia, attraverso la Corsica. Ma anche su questo Parigi frena. La trattativa è aperta e in salita, ma fonti di Palazzo Chigi assicurano che da parte francese sono arrivati segnali importanti.

Il passaggio sarà importante ma non decisivo. La svolta sull’accordo Ue potrebbe arrivare al mini summit dei ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania e Malta il 23 settembre a La Valletta, dedicato alla questione dei migranti. Berlino ha già fatto sapere di essere disponibile ad accogliere il 25% degli arrivi, senza troppi distinguo tra rifugiati ed economici. E segnali positivi in questo senso sono arrivati anche da altre capitali: una sorta di coalizione di volenterosi per strutturare il meccanismo automatico di ridistribuzione in attesa di rivedere il regolamento di Dublino.

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