È forse la sola squadra italiana che può vincere. Ma è anche l’unica che non può permettersi di sbagliare. Perché ha Cristiano Ronaldo, che è stato (stra)pagato quasi solo per questo, e non durerà in eterno. E poi perché l’esito della Champions League “influenzerà in maniera significativa il prossimo bilancio” (che è già previsto in perdita): a scriverlo è la relazione finanziaria della stessa Exor, controllante del club, che certifica già il rosso nel 2019. Fare il bis nel 2020 sarebbe un vero fallimento, dentro e fuori dal campo.
SI RIPARTE DALL’ATLETICO – Stasera contro l’Atletico Madrid ricomincia la lunga rincorsa della Juventus alla coppa delle grandi orecchie. Il sogno di tutti i bianconeri, quasi un’ossessione dopo le due finali perse negli ultimi cinque anni (e forse le ancora più cocenti delusioni nelle altre stagioni). La Juve riparte quasi da dove aveva lasciato, dalla sfida all’Atletico: l’anno scorso il ritorno a Torino rappresentò probabilmente il momento più alto della stagione, che aveva fatto credere fosse davvero la volta buona. Anche se nel disastro dell’andata c’erano tutti i segnali del tracollo che si sarebbe poi verificato con l’Ajax. Sette mesi dopo, tante cose sono cambiate in casa bianconera, dall’arrivo di Sarri al cambio pelle di tutta la squadra. Resta uguale il valore dell’avversario e soprattutto l’importanza che la Champions ha e avrà per il club bianconero.
STAGIONE DI TRANSIZIONE? NON POTRÀ ESSERLO – Se negli ultimi anni la coppa era dichiaratamente l’obiettivo stagionale per chi aveva già vinto tutto in Italia, stavolta la posta in palio, le aspettative e la pressione, sono ancora più alte. In teoria non dovrebbe essere così: la Juve ha aperto un nuovo ciclo, Sarri al primo anno potrebbe gettare le basi per la sua nuova creatura (come fu a Napoli). Viceversa, se le cose dovessero precipitare, potrebbe essere solo una parentesi verso il ritorno alla certezza di un grande allenatore internazionale (magari proprio quel Guardiola di cui si era favoleggiato in estate, o chi per lui). Mettiamoci pure il mercato estivo sottotono, nelle premesse pare quasi una stagione di transizione. Eppure ci sono almeno due ragioni per cui non potrà esserlo.
RONALDO, IL TEMPO PASSA – La prima si chiama Cristiano Ronaldo. La Juve l’ha comprato praticamente solo per questo: per fare il salto di qualità definitivo a livello europeo e vincere quel trofeo sempre sfuggito. Non si può dire che lui non abbia dato il suo apporto, vedi la tripletta proprio con l’Atletico. Non è bastato per trionfare, però, e il tempo passa. Questa sarà la seconda stagione di CR7 in bianconero: sicuramente non l’ultima (il contratto è quadriennale), ma forse l’ultima al suo massimo livello. A febbraio compirà 35 anni, nel 2021 – quando la prossima Champions entrerà nel vivo – ne avrà addirittura 36: il portoghese è un marziano, ma un minimo, fisiologico calo potrà esserci. La Juve sapeva quando l’ha acquistato che non avrebbe avuto il miglior Ronaldo per tutti e 4 gli anni del contratto, meglio sbrigarsi.
I CONTI IN ROSSO – La seconda è per certi versi legata alla prima. L’acquisto di Ronaldo non è stato ovviamente a buon mercato: tra ammortamento e ingaggio lordo il campione portoghese pesa quasi 90 milioni l’anno sulle casse bianconere. È (anche) per questo che i conti della società si sono sballati: lo conferma anche l’ultima semestrale di Exor in cui si certifica una perdita di 47 milioni di euro, che dovrebbe tradursi in un rosso di 40 milioni nel bilancio 2018/2019 (sarà approvato in settimana). È l’ “effetto” CR7: costi altissimi, i debiti sono esplosi. Anche i ricavi sono aumentati: La Gazzetta dello Sport anticipa che il fatturato (al netto delle plusvalenze, più o meno gonfiate, ma questa è un’altra storia) si attesterà intorno al mezzo miliardo di euro, un record per la Serie A. Mentre all’orizzonte ci sono i rinnovi con Adidas (già firmato, a cifre raddoppiate) e Jeep, lo sponsor maglia di Fca, cioè Agnelli: anche la proprietà darà una mano per tenere in piedi i conti.
IL FUTURO APPESO ALLA CHAMPIONS – Il bilancio resta comunque appesantito, come testimonia la perdita, dovuta anche alla sconfitta contro l’Ajax. Quando si mette in piedi una corazzata si fa affidamento sui proventi Uefa, ma se le cose vanno male si apre un buco: l’eliminazione prematura è costata una ventina di milioni, per non parlare di un’eventuale finale che ne avrebbe portati circa 40. Proprio quelli che mancano all’appello. Per questo la prossima Champions diventa vitale: vincere sarà pure un terno a lotto, ma arrivare in fondo è obbligatorio. Un’altra uscita nei quarti (o addirittura prima, ipotesi che nessuno a Torino vuole prendere in considerazione) sarebbe una mazzata. Non solo sportiva. Lo ammette proprio Exor, quando aggiunge un dettaglio inquietante: anche il prossimo bilancio, quello 2019/2020, è attualmente “previsto in perdita”. Sarebbe il terzo di fila. Dipende tutto dalla Champions. Adesso non è più solo un sogno (o un’ossessione): è quasi questione di sopravvivenza.