“E’ un periodo di crisi, non c’è varietà e ideazione di nuovi programmi. I palinsesti sono tutti uguali. E’ anche colpa dei reality e dei talent che condizionano le reti perché è più facile proporre elementi familiari per il pubblico piuttosto che rischiare con un programma ex novo. Aumentano i canali, aumentano i programmi, ma non aumentano le idee. Non sopporto più i programmi di cucina in tv, si mangia a tutte le ore e i programmi sono tutti uguali. I talk non mi divertono perché non c’è polemica dialettica e idee su cui scontrarsi, è un bla bla bla sterile”, parola di Pippo Baudo.
Il conduttore di Militello dalla pagine del Corriere della sera boccia la tv di oggi e avvisa i colleghi: “Conti, Bonolis, De Filippi, Scotti sono tutti personaggi di grande carisma, che però si affezionano a programmi che vanno avanti per più stagioni. Una volta dopo due anni al massimo mi chiamavano e mi dicevano: guarda che il programma lo devi cambiare”. Il conduttore siciliano promuove la scelta di Amadeus al timone della settantesima edizione di Sanremo 2020 (“Se lo merita, ha lavorato tantissimo, è una soddisfazione giusta” e ricorda l’edizione del 2008 che avrebbe potuto evitare: “Era un papocchio, meno male che c’era Chiambretti. Le canzoni non erano granché e senza soldati la guerra non si vince. Però almeno mi sono portato a casa il record dei 13 Sanremo. Mi sa che è difficile batterlo”.
Baudo che sulla carta d’identità segna 83 anni non vede eredi all’orizzonte: “Io eredi non ne voglio, né mi auguro che ci siano. Un conduttore deve avere caratteristiche fisiche, gestuali, vocali che siano proprie. Non ho nostalgia di avere un programma mio. L’età c’è: come potrei concorrere con la Balivo? E poi anche il pubblico mi rimprovererebbe questo attaccamento morboso alla tv. Quindi va bene così. E come diceva Marcello Marchesi: tutto è perduto tranne l’ospite d’onore. Le ospitate mi divertono, ma anche lì non devi esagerare, l’ospite fisso alla fine puzza come il pesce.”
Il presentatore si sofferma anche sulla sfida pomeridiana tra Barbara D’Urso e Lorella Cuccarini: “Lorella è quasi una mia parente, per lei ho un debole. Barbara d’Urso debuttò con me come valletta a Domenica In: diceva al massimo 10 parole, ora ne dice 10 milioni. Rimango meravigliato dalla sua capacità di creare dal nulla un discorso lunghissimo, che varia dalla commozione alla risata, una ricchezza degna di Paola Borboni e delle grandi attrici del passato”.