Serif Seferovic, accusato di omicidio per aver appiccato il rogo al camper di Centocelle in cui morirono le tre sorelle, Elisabeth, Francesca e Angelica Halilovic di 20, 8 e 4 anni, dovrà restare in galera per tutta la vita. A condannarlo all’ergastolo una sentenza emessa dalla III Corte d’Assise di Roma. Il 20enne è accusato anche di detenzione, porto, utilizzo da armi da guerra, e di incendio doloso. Per la stessa vicenda, nel 2018, era stata condannata a 20 anni, in rito abbreviato, Lisabeta Vicola, cognata di Seferovic, mentre il fratello di lui, Renato, è fuggito in Bosnia e risulta tuttora ricercato.
L’episodio risale al 10 maggio 2017. Era notte quando un incendio, divampato dopo il lancio di bottiglie di molotov, distrusse totalmente un camper in sosta nel parcheggio di un centro commerciale nel quartiere a est di Roma. All’interno viveva un’intera famiglia rom, di 13 persone. In 10 riuscirono a salvarsi, otto fratelli, madre e padre, mentre per le tre sorelle non ci fu nulla da fare. Le indagini si orientarono subito sulle tensioni fra le due famiglie, entrambe facenti parte del campo nomadi di via Salviati, gli Halilovic e i Seferovic. Un agguato simile, infatti, si era verificato solo cinque giorni prima, quando due ordigni vennero lanciati contro la casa mobile della nonna delle vittime.
Gli investigatori arrivarono in pochi giorni a Serif, Renato e Lizabeta, fermando il 20enne a Torino. Seferovic aveva già precedenti: era stato arrestato a febbraio dello stesso anno per lo scippo alla studentessa cinese Zhang Yao, morta il 5 dicembre 2016 dopo essere stata travolta da un treno vicino alla stazione di Tor Sapienza, mentre cercava di recuperare proprio la borsa che le era stata rubata. Per l’episodio Seferovic aveva patteggiato una condanna a due anni di reclusione, tornando poi libero.