“È essenziale per l’Ue che volti pagina in direzione di una gestione strutturale e non più emergenziale dei flussi. Ho avuto la piena disponibilità del presidente Macron per un meccanismo europeo sugli sbarchi, sulla ridistribuzione e per un a gestione efficace dei rimpatri”. Così il premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa dopo il primo bilaterale con il presidente francese dopo le tensioni degli ultimi mesi su gilet gialli e sui confini – ha confermato le intenzioni di mettere a punto un meccanismo di misure temporanee, in attesa di arrivare ad una vera e propria modifica di Dublino, per superare l’approccio emergenziale legato all’arrivo di ogni nave, togliendo così ossigeno alla retorica sovranista. Misure da considerare globalmente e sulle quali far convogliare, con l’aiuto francese, il maggior numero possibile di paesi europei.
“Dobbiamo far uscire il tema da una propaganda anche anti-europea. L’Italia non si presta ad abbassare la guardia contro il traffico di vite umane, l’Italia – aggiunge il presidente del Consiglio – non ritiene che debba esser consentito ai trafficanti di decidere come e quando avere ingresso ma abbiamo anche la necessità di gestire il fenomeno in modo concreto, pratico”.
“Sono convinto che serva un meccanismo automatico europeo di accoglienza degli immigrati che consenta di permettere a Malta e all’Italia che prima dell’arrivo i migranti possano essere presi in carico” ha confermato l’inquilino dell’Eliseo che ha aggiunto: “Sono convinto possiamo metterci d’accordo in merito a un meccanismo europeo automatico di ripartizione che consenta di garantire a Italia e Malta, prima dell’arrivo dell’imbarcazione, che le persone che arrivano vengano prese in carico”. Tradotto: Sì al piano, dunque, ma no alla rotazione dei porti di approdo che l’Italia chiede da tempo.
Ma è un inizio. Anche perché Macron appoggia anche la proposta italiana di prevedere un maggiore aggravio economico per chi si sfila dalle quote. “Credo – dice l’inquilino dell’Eliseo – che possiamo difendere una posizione comune in Ue perché tutti i Paesi partecipino in un modo o in un altro alla solidarietà europea oppure vengano penalizzati seriamente”. Ma poi ribadisce, sempre senza citare i migranti economici, sui quali Parigi per ora non transige, la necessità di creare una politica più efficace dei rimpatri per garantire il rientro di chi non ha diritto all’asilo.
Anche in quest’ottica si è parlato di Libia abbiamo su cui ” è fondamentale lavorare costruttivamente insieme e avere il medesimo obiettivo, coinvolgendo tutti i partner. L’obiettivo è la stabilizzazione del paese. Ho anticipato al presidente Macron l’invito per tenere in Italia il prossimo vertice bilaterale. Lo faremo all’inizio del prossimo anno per rinsaldare anche gli intensi rapporti culturali” ha spiegato il primo ministro italiano. Il dossier libico “è oggetto di una vera e propria convergenza franco-italiana, abbiamo saputo lavorare insieme dando messaggi” univoci “ai nostri partner”, siamo “convinti entrambi che la via di uscita sarà trovata solo con il compromesso politico e il dialogo“, anche al G7 di Biarritz abbiamo difeso insieme l’idea di una conferenza internazionale libica e una interlibica per la riconciliazione di tutte le parti” ha aggiunto Macron.
Nelle stesse ore in cui Conte ha incontrati la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, sia a Berlino ad incontrare l’omologo Horst Seehofer, che ha definito “costruttivo” un colloquio che si è svolto “in uno spirito di rinnovata collaborazione tra Italia e Germania”. E non è un caso neanche che Conte abbia incontrato prima del presidente francese il capo del governo libico di accordo nazionale, Fayez al Sarraj, sollecitando una rafforzata collaborazione sul fronte migranti.