Tecnologia

‎Bioreattore EOS usa le alghe e l’Intelligenza Artificiale per assorbire grandi quantità di anidride carbonica

Un'azienda texana sta lavorando allo sviluppo di un bioreattore ad alghe che, sfruttando l'Intelligenza Artificiale, riesce ad assorbire anidride carbonica 400 volte più velocemente di un albero. È compatto e la biomassa di scarto può essere riciclata nella produzione di altri prodotti.

Il surriscaldamento globale è un grave problema, e una delle soluzioni che si potrebbero adottare per ridurlo (o almeno tenerlo sotto controllo) è diminuire la quantità di anidride carbonica presente in atmosfera. A questo sta pensando Hypergiant Industries con il bioreattore EOS. Non è il primo prodotto di questo tipo, ma nel settore costituisce un’innovazione perché è più compatto di altri ed è più efficiente, tanto da riuscire ad assorbire la CO² presente in atmosfera 400 volte più velocemente di un albero. Tutto grazie all’impiego di un particolare tipo di alga (Chlorella Algae) e dell’Intelligenza Artificiale con tecnologie di apprendimento automatico, che ne controlla tutte le fasi della crescita.

Quello che avviene all’interno di EOS è in buona sostanza un’estensione della fotosintesi, in cui le alghe, esattamente come gli alberi, sfruttano l’energia del sole per trasformare l’anidride carbonica in ossigeno. L’efficienza elevata del bioreattore di Hypergiant è dovuta in primo luogo all’impiego delle alghe. Per crescere hanno bisogno di tre elementi: anidride carbonica, luce e acqua, tutti forniti dal bioreattore. Non è tutto, perché man mano che EOS consuma CO² produce biomassa. Quest’ultima si può impiegare in successive lavorazioni per produrre materiali da sfruttare come combustibili, oli, fertilizzanti o basi per materie plastiche, cosmetici e alimenti ad alto contenuto proteico.

Altro vantaggio intrinseco di questa soluzione è che gli alberi si contendono i terreni fertili con le coltivazioni agricole, mentre le alghe non rientrano in questa competizione. Ben Lamm, CEO dell’azienda produttrice di EOS, spiega che “il dispositivo che abbiamo creato è un modello di sistema chiuso controllato. Ogni parte del processo di crescita è strettamente controllata e ottimizzata con l’Intelligenza Artificiale per massimizzare il consumo di CO². L’Intelligenza Artificiale monitora la luce, il calore, la crescita, la velocità dell’acqua, il pH, la CO², la produzione di ossigeno e altro ancora, al fine di garantire sempre condizioni di crescita ottimali. […] ‎Un bioreattore Eos assorbe la stessa quantità di carbonio proveniente dall’atmosfera di 0,40 ettari di alberi”.

Benché la soluzione sia molto promettente, è da sottolineare che il progetto è ancora nelle prime fasi di sviluppo. Al momento Hypergiant è focalizzata nel dimostrare che la tecnologia è in grado di mantenere quanto promette, bisognerà vedere se riuscirà anche a inserire il suo prodotto in ambienti reali, come ad esempio le smart city.‎ ‎‎