Non vogliamo i vostri elogi e non vogliamo essere invitati per sentirci dire quanto siamo bravi e fonte di ispirazione. Risparmiateci tutto questo senza poi fare niente“. È questo il duro monito lanciato dalla 16enne attivista per l’ambiente, Greta Thunberg, al Congresso americano, dove ha incontrato i membri della task force sul clima istituita al Senato Usa. Le parole pronunciate da questa ragazza svedese, timida ma molto determinata, sono state ascoltate nel massimo silenzio, tra lo sconcerto e l’imbarazzo dei politici presenti, spiazzati dalla sua energia. Nonostante la sua giovane età, Greta Thunberg non ha infatti peli sulla lingua, né alcuna soggezione dei senatori e deputati che incontra nelle austere aule del Congresso americano. Anzi, prima di lanciare il suo ennesimo appello per affrontare davvero l’emergenza clima, bacchetta i legislatori con una durezza inaspettata. E quando un senatore le chiede di avanzare delle proposte, la risposta è ancor più tagliente: “Non dovete chiedere consigli a me, io sono solo una studentessa. Li dovete chiedere agli esperti, agli scienziati, sono loro che dovete ascoltare”.

“Queste non sono mie opinioni, questa è scienza – ha incalzato Greta -. Voglio che vi uniate al seguito della scienza e poi voglio che cominciate ad agire. So che state provando ma semplicemente non è abbastanza, mi dispiace”, ha detto ancorala 16enne svedese icona del movimento ecologista globale che ha depositato presso la commissione per la crisi climatica non il suo discorso, ma una copia del rapporto del 2018 sul riscaldamento globale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change.

La giovane attivista non fa sconti nemmeno quando qualche ora dopo, alla testa di un gruppo di giovani attivisti come lei, si presenta davanti alle commissioni affari esteri e clima della Camera. Il messaggio dei ragazzi a chi in Congresso appoggia lo scetticismo di Donald Trump è chiaro: “Caro presidente, i cambiamenti climatici sono un’emergenza reale. Basta inazione – ribadisce Greta guardando in faccia democratici e repubblicani – dovete unirvi dietro alla scienza. È la scienza che dovete ascoltare”. Quella scienza secondo cui oramai si è vicini ad un punto di non ritorno. “È inutile che continuate a dirci che abbiamo davanti un futuro radioso. Il pianeta è vicino al collasso“, ribadisce assieme a lei, Jamie Margolin, 17 anni, ambientalista di Seattle. Greta ha poi incontrato l’ex presidente Usa Barack Obama, il quale l’ha definita “una delle più grandi promotrici per il nostro pianeta“. Tutto questo è avvenuto alla vigilia di un nuovo sciopero globale per il clima, in programma venerdì 20 settembre.

Non suggestioni campate per aria, visto il monito che nelle stesse ore lancia il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, alla vigilia del summit sul clima in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma la prossima settimana a New York: “Il mondo sta perdendo la sfida per evitare il disastro climatico“, il suo grido di allarme. Per Guterres comunque gli obiettivi di riduzione dei gas serra non sono ancora fuori portata, “ma i governi devono muoversi più velocemente”. E se in grandi paesi come gli Usa al momento trionfa l’immobilismo, l’invito è quello di agire anche “a livello sub-nazionale“, attuando le promesse di riduzione delle emissioni di carbonio in stati come New York o la California.

Ma l’ultimo affondo di Trump è proprio contro il Golden State, reo aver introdotto vincoli più severi di quelli federali per le emissioni inquinanti delle automobili. Una disputa che dura da tempo e che ora il presidente americano vuole chiudere ordinando all’Epa, l’agenzia federale ambientale, di revocare quei poteri grazie ai quali la California può decidere autonomamente i propri standard. L’ennesima picconata all’ambiente da parte di una Casa Bianca dove per ora le parole di Greta sembrano destinate a cadere nel vuoto. Mentre sui social è virale la foto con l’ex presidente Barack Obama che l’ha ricevuta nella sede della sua fondazione a Washington, accogliendola come “una dei più grandi difensori del nostro pianeta”.

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