La discarica a Pian dell’Olmo non si farà. La Regione Lazio ha espresso il proprio dissenso al progetto presentato dalla società Torre di Procoio srl – parte del gruppo Maio di Lanciano – di realizzare un impianto da 700mila metri cubi nella località a nord di Roma, sulla direttrice Flaminia, poco lontano dal confine con il comune di Riano. “L’intervento proposto risulta non conforme alla classificazione urbanistica dell’area d’intervento”, si legge nella determina firmata dal dirigente Gianni Gianfrancesco. La decisione era inattesa, essendo stata la stessa direzione regionale Politiche ambientali, il 25 maggio scorso, a non rilevare motivi ostativi all’ammissione del progetto in conferenza dei servizi. Nell’intento dei promotori, la discarica sarebbe dovuta andare a servire la città di Roma per un periodo di uno o due anni, il tempo necessario – in teoria – per incrementare ulteriormente la raccolta differenziata.
I motivi della bocciatura – Diversi i motivi che hanno spinto la cabina di regia a dare il proprio parere negativo. In primo luogo, come detto, quello urbanistico, visto che “il più vasto contesto di cui l’area d’intervento fa parte è classificata nel prg come Area agricola dell’Agro Romano, e nel contesto limitrofo si trovano alcune case sparse in aree parzialmente urbanizzate”. Ma c’è d’altro. L’ambito in cui sarebbe stato compreso l’impianto è classificato come “zona di tutela paesaggistica” e, la cava dismessa sarebbe parte di un’area vincolata come “paesaggio naturale di continuità” che “non consente la realizzazione di nuove discariche”.
Inoltre, “l’area risulta parzialmente percorsa dal fuoco nell’anno 2012” dunque “si può operare sono a partire da agosto 2022”. Infine, sempre la stessa area è compresa all’interno di un “più vasto ambito di interesse archeologico” che conferma il pronunciamento finale: “Il progetto risulta non conforme alla disciplina di tutela paesaggistica”. Nelle conclusioni si parla anche di una “negativa valutazione in materia d’impatto ambientale, non rilevando sufficiente dimostrazione che il progetto presentato possa essere considerato tra i progetti di conservazione, recupero, gestione e valorizzazione del paesaggio regionale”.
Pd e M5s, prime intese sui rifiuti – La politica dei rifiuti della Regione Lazio è andata via via accomodandosi in queste settimane, anche nell’ottica dell’alleanza Pd-M5s formalizzata al governo nazionale, dove alle spalle del confermato ministro Sergio Costa – in quota pentastellata – è stato inserito come unico sottosegretario il dem Roberto Morassut. Così, se prima dell’estate l’Ente guidato da Nicola Zingaretti insisteva spesso sulla necessità di realizzare una nuova discarica nell’ambito metropolitano capitolino, ora le cose sembrano cambiate.
Il dissenso regionale ha anche scaturito reazioni positive in ambito sia dem che pentastellato. “Si tratta di un atto importantissimo soprattutto per la Valle del Tevere, che puo’ tirare un respiro di sollievo”, ha commentato il consigliere regionale, Emiliano Minnucci, seguito a ruota dal segretario del Pd di Riano, Luigi Poeta: “Messa una pietra tombale sulle mire di chi vorrebbe trasformare in discarica un’area di grande pregio”. Esulta, come detto, anche il M5s Lazio: “Una piccola grande vittoria per i cittadini del Lazio e una pietra su cui continuare a costruire la tutela dell’ambiente e del territorio.
La situazione romana e l’allarme vicino alle scuole – Nel frattempo, nella Capitale permangono le difficoltà nella raccolta dei rifiuti. Il garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, Jacopo Marzetti, ha inviato una lettera alla sindaca Virginia Raggi e al governatore Zingaretti in cui si chiede di aprire un tavolo comune “che possa affrontare in maniera definitiva l’emergenza, al fine di salvaguardare il diritto alla salute e alla scuola delle persone di minore età”.
Il presidente dell’Anp di Roma e Lazio, Mario Rusconi, invece, ha fatto notare che “la situazione rispetto all’anno scorso sembra essere migliorata, ma è necessario un ulteriore sforzo dell’Ama, il lavoro da fare è ancora tanto e ci vorrà del tempo”. Per il Garante, infatti, “è inaccettabile che i minori siano coinvolti in tale inefficienza”. Sull’ipotesi di chiusura degli istituti più a rischio, Rusconi ha detto che “la competenza spetta al sindaco e all’autorità sanitaria, qualora quest’ultima ritenga che ci sia un rischio per la salute dei bambini, dei genitori e dei lavoratori degli istituti scolastici”.